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Torino, settembre 1980. Emma Martano, proveniente da una famiglia operaia di origine meridionale, ha davanti a sé un ottimo futuro: laureanda in matematica, ha già un impiego nel settore informatico della FIAT ed è in procinto di sposare Silvio, un suo collega dirigente, vedovo con una bambina. Tuttavia, l'ondata di scioperi e gli scontri tra la classe operaia e i dirigenti della FIAT per scongiurare il licenziamento di ventimila dipendenti porteranno Emma a vivere esperienze lavorative e sentimentali che le faranno mettere in discussione i suoi progetti per il futuro... |
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Wilma Labate, regista operaia di affermate battaglie, presenta la sua versione dei fatti, sullo storico sciopero che negli anni ’80 paralizzò la più grande azienda italiana, mostrando come la FIAT fosse solo il primo e più eclatante esempio di quello che il paese avrebbe vissuto negli anni successivi…vive?
Classi sociali e distinzioni, per l’ennesima volta operai contro padroni, reazionari contro rivoluzionari e il paese ovviamente allo sbando, incastrato tra coscienza popolare e potere, incapace di trovare un rimedio diverso dallo scontro.
Gli oltre 20.000 licenziamenti istantanei e i molti altri ‘mascherati’ in seguito, sono la macchia e l’atto d’accusa che il film propone, montando immagini reali di Enrico Berlinguer che interviene davanti allo stabilimento Mirafiori, scioperi, contestazioni e telegiornali verità. Ma non è un documentario anche se questa purtroppo risulta la sua parte migliore. La sceneggiatura non esiste eppure è una storia vera? Sembra scritto solo per poter raccontare l’altra storia. Probabilmente non è il coraggio di fare un vero e proprio documentario che è mancato alla regista romana, sicuramente però il talento di non essere riuscita a cucire addosso alla Storia dalla S maiuscola un racconto che avesse qualche minimo contatto con la credibilità. I protagonisti sembrano burattini mossi ripetitivamente e senza alcuna coerenza, le scene si assomigliano tutte e alla fine risaltano appunto solo i tratti docu. La storia d’amore è sciatta, senza forma e sentimento, serve per riempire o ammorbidire? Lei è categoria padrone ma figlia di operaio, lui semplicemente operaio, loro come coppia non si capisce: si amano ma non sono felici, poi quando sono felici non si amano più…
Presentato giustamente nella protagonista Torino all’ultimo ‘morettiano’ Film Festival. |
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