In virtù di un principio che stabilisce che l'autore di un crimine non andrà all'inferno se vergine, la vita di una giovane donna iraniana condannata alla pena di morte viene momentaneamente risparmiata. La guida del villaggio decide di dare la donna in sposa al suo futuro carnefice, che ora deve confrontarsi con una moglie, prigioniera e futura vittima. Presentato in concorso alla 60ma mostra del cinema di Venezia (2003).
Mi spiace per l'impegno che ci avrà anche messo il regista, ma il risultato finale è alquanto noioso, dialoghi inesistenti, e sebbene la storia meriti una riflessione, il film non solo non decolla, ma nemmeno parte. Peccato