Alain Corneau, famoso in patria più che in Italia, ha diretto e sceneggiato i film più diversi, dalle commedie ai musical, dai film storici a quelli d’avventura. Ama sperimentare, dunque, e lo fa anche con questo noir, nonostante sia un remake di “Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide”, film del 1965 diretto da Jean-Pierre Melville. Entrambe le pellicole sono in realtà ispirate a un romanzo di José Giovanni – Le deuxieme souffle – che racconta il mondo della malavita dal di dentro.
L’idea centrale di Corneau è quella di legare il tema del gangster con la tragedia classica, rendendo Gu (un ‘accurato’ Daniel Auteuil) una figura drammaticamente senza futuro, immergendolo in atmosfere cromaticamente sature ma angoscianti e claustrofobiche. Ne esce fuori una prima ora – meno della metà, contando che il film intero ne dura 2 e mezza – piuttosto pesante e allentata, in cui si fatica a estrapolarne un senso che non sottointenda il manierismo. Poi, gradualmente, il film cresce e si segue – sempre con un po’ di distacco a dir la verità – il complicato intreccio narrativo, condito costantemente da sangue e violenza proposte in versione rallentata e insistita.
Il tutto, bisogna dirlo, è girato con grande cura e capacità artistiche, interessanti movimenti di macchina e gustosi scenari, con una fotografia, affidata a Yves Angelo, estremamente accattivante. Interessanti anche le ricostruzioni d’epoca e la scelta di proporre un mondo criminale in cui stanno decadendo anche gli ultimi ‘valori’: onore e tradimento s’intersecano ormai senza spazio di manovra.
Quello che non convince appieno è la mancanza di coinvolgimento dello spettatore e dei dialoghi non sempre tarati al meglio. Né il discreto approfondimento psicologico dei personaggi, né il macchinoso intrigo giustificano, inoltre, la lungaggine della pellicola. Anche per quello che riguarda la gestione degli attori, Corneau ci lascia dei dubbi: il corrucciato Auteuil e l’istrionico Michel Blanc sono abbastanza pungenti, ma l'affascinante Monica Bellucci – in versione bionda e più splendente che mai – non sempre sembra ‘dentro al film’ e l’ex-calciatore Eric Cantona sembra meno portato di quanto non fosse invece per il calcio.
“Le deuxieme souffle” apre la seconda edizione della Festa del Cinema di Roma, in modo tutto sommato dignitoso, ma pubblico e critica presenti in sala sembrano contenti solo a metà. |