Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Provincia meccanica

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Provincia meccanica
titolo originale Provincia meccanica
nazione Italia
anno 2005
regia Stefano Mordini
genere Drammatico
durata 100 min.
distribuzione Medusa Film
cast S. Accorsi (Marco Battaglia) • V. Cervi (Silvia Battaglia) • I. Franek (Dragan) • M. Landoni (Quarto) • L. Pasello (Gabriella) • A. Ferruzzi (Sonia Battaglia) • L. Zanetti (Davis Battaglia)
sceneggiatura S. MordiniS. Barbiera
musiche F. Barovero
fotografia I. Petriccione
montaggio M. Fiocchi
media voti redazione
Provincia meccanica Trama del film
Marco e Silvia, una giovane coppia con due bambini ancora piccoli, vivono nella provincia di Ravenna, dove la quotidianità è fatta di ripetizione e condizionamenti sociali. Il loro modo di affrontare la vita e di vivere il rapporto con i figli è diverso da quello della maggior parte delle persone e dai genitori di Silvia, con cui la giovane coppia trova continuamente un motivo di scontro. Debolezze, tradimenti e la paura della monotonia e di restare soli saranno il motivo di una crisi profonda che trasformerà il loro rapporto, portando un allontanamento che forse solo l’amore potrà, anche se con fatica, provare a risanare.
Recensione “Provincia meccanica”
a cura di Vera Usai  (voto: 6)
Lo sguardo è quello di un regista esordiente: Stefano Mordini, che trascrive, si perde nel seguire corpi in movimento e attrae. La tensione è quella di un uomo, rivolto a restituire in ogni inquadratura, ogni colore e rumore di quella “provincia meccanica” della nostra penisola settentrionale, in cui fa muovere, controcorrente, Silvia e Marco, giovani protagonisti della società attuale, che segue con monotonia i rigidi schemi di un perbenismo a cui non sembra più credere con sincerità. Tutto scorre davanti la macchina da presa del giovane Mordini, senza direzione, senza seguire le partiture di nessuna sceneggiatura scritta se non di quella sonora, che si rivela adeguata nello scandisce gli stati d’animo e le sensazioni degli attori e nel dettare il conseguente risvolto psicologico degli spettatori.
In tutta questa semioscurità e in questo rumore, i rapporti tra i vari personaggi graffiano e stridono come l’acciaio della fabbrica in cui Marco – uno Stefano Accorsi più credibile del solito, anche se non fa sforzi per cambiare intonazione – si interroga su un argine possibile entro cui racchiudere tutto il suo amore. La pellicola suggerisce la fragilità dell’uomo, la sua paura di non essere compreso e di rimanere solo: e questo tradotto in linguaggio cinematografico crea movimento in tutte quelle sequenze in cui i personaggi non riescono a trovare un punto d’incontro, mentre svanisce in quelle in cui colori caldi e primi piani rendono l’atmosfera rassicurante. Anche il realismo in alcuni punti sembra svanire, senza però destare preoccupazione, se non per lo spettatore che non riesce a spiegarsi l’apparizione fugace dell’assistente di un “mago da baraccone” esageratamente spaventata e di una nonna così decisa nel tener la nipotina lontana dalla sfera paterna.
Si può dire che il film cerchi alla fine una strada positiva e lasci aperto un sorriso di speranza per chi vive in un mondo parallelo a quello reale, in contrasto con la normalità di un pensare comune; ma l’atmosfera immobile e desolata di cui è impregnato ogni fotogramma, lascia uno stato di malinconia latente di fronte al quale non è così semplice riuscire a credere ancora, con slancio, nelle proprie scelte.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
Ultime Schede
Pericle il nero
Acciaio
Provincia meccanica
Est Film Festival 2007
"Il vento fa il suo giro" vince l'Arco d'Oro
Festival di Berlino 2005
Orso d'oro alla Carmen sudafricana
COMPRA
IL DVD
Compra il Dvd Provincia meccanica