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Nella vita della 15enne Alex si nasconde un grande segreto. Appena nata, la sua famiglia ha lasciato Buenos Aires per andare a vivere nelle isolate terre della costa uruguayana. Un giorno una coppia di amici di Buenos Aires, con il loro figlio maggiore Alvaro, di 16 anni, decide di andare a trovare la famiglia di Alex... |
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L’ambiguità sessuale un ermafrodito la porta nel corpo. A quindici anni nel periodo in cui si scoprono le trasformazioni del fisico, si vivono le prime esperienze amorose, una condizione del genere non può che essere traumatica. Ad affrontare con spietato realismo (specie dei sentimenti) questo tema è "XXY" dell’argentina Lucía Puenzo, (figlia d’arte, il padre è un regista affermato, quest’anno presidente della giuria del Festival di Taormina). Il film ha vinto la settimana della critica all’ultimo Festival di Cannes.
Alex ha 15 anni e vive con la famiglia nella costa dell’Uruguay, ha le parvenze di una ragazza, ma nasconde un segreto: è un ermafrodito. I genitori hanno deciso di trasferirsi lontano da Buenos Aires per cercare un po’ di serenità per quella figlia dal carattere difficile e dall’identità complessa. Il padre è un biologo marino impegnato nella tutela delle splendide tartarughe della zona. Una coppia di amici decide di andare a trovare la famiglia di Alex portandosi anche il figlio sedicenne Álvaro. Il padre è un chirurgo plastico, incuriosito dalla natura di Alex e convinto della necessità di un’operazione per orientare definitivamente il genere dell’ermafrodito, in pratica una castrazione. Nel frattempo tra gli adolescenti scatta un’attrazione che scaturisce nel primo vero rapporto sessuale dei due e sconvolge il difficile equilibrio della casa. Nel piccolo paese uruguaiano intanto iniziano a circolare le voci maligne sulla “stranezza” di Alex, che reagisce chiudendosi ulteriormente. Il dilemma operazione sì operazione no divide la famiglia, la madre è favorevole e proprio per questo ha invitato l’amico medico, il padre, invece, sembra molto più sensibile ai desideri di Alex, che per protesta contro la propria natura smette di assumere gli ormoni “così fra qualche giorno mi cresce la barba” annuncia terrorizzando l’amico-amante.
Il tema è di quelli scottanti, Lucía Puenzo lo tratta con estrema delicatezza, senza però edulcorare la drammaticità di una condizione così complessa. La castrazione che viene proposta ad Alex è una metafora del tentativo di cambiare con il bisturi il corpo, quindi di fatto l’identità di una persona. E’ la violenza imposta da una società che spesso rifiuta di accettare le diversità. In questi tempi in cui si discute dei limiti della scienza nel modificare la natura umana, si accetta senza battere ciglio che i bambini ermafroditi vengano operati sin da neonati per “correggere” quelle che vengono considerate come deviazioni della sessualità. Ma quelle piccole cicatrici, sembra dire "XXY", non scompaiono mai. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “XXY” |
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"XXY": un corpo diverso (13 Giugno 2007)
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