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L'americano Richard Milhous Nixon, figlio di un negoziante e di una severa donna quacchera, cresciuto in California in una modesta famiglia e colpito duramente dalla morte di due fratelli, divenuto avvocato ottiene rapidamente il successo politico: a 33 anni è deputato; a 37 senatore; a 39 vicepresidente e nel 1968 diventa presidente degli Stati Uniti d'America. Malgrado la spesso agitata relazione con la moglie Pat, si dedica con impegno, controverso ma efficace, per porre fine al conflitto indocinese:compie importanti aperture alla Cina ed all'Unione Sovietica, che riscattano nell'opinione generale decisioni impopolari come l'aggressione alla Cambogia o i massicci bombardamenti in Nord Vietnam. Il rientro, a conflitto concluso, di seicento prigionieri di guerra aumenta le sue quotazioni anche tra i pacifisti ad oltranza. Nel 1969 Nixon dà il via ai colloqui sulla riduzione degli armamenti nucleari e nel 1972 si reca a Mosca, dove per la prima volta un presidente americano parla in diretta televisiva al popolo russo. Nel 1973 Breznev restituisce la visita a Nixon, che è alle prese con la scia di illegalità legate allo scandalo del Watergate, con le collusioni con FBI, CIA, che lo ricollegano agli attentati a Castro. La carriera emblematica di Nixon si conclude con le sue fiere dimissioni dalla Casa Bianca, salutato da ex presidenti, leader internazionali, personalità nazionali ed estere. |
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Oliver Stone ricostruisce, scandaglia, sminuzza, analizza l'intera controversa storia di Richard Nixon. Il risultato è un capolavoro talmente meticoloso da assumere i tratti di un documento storico. Il film è straordinario e ispirato nella narrazione, nella regia, nelle atmosfere e in ogni altro aspetto. L'interpretazione di Anthony Hopkins è a dir poco sublime. |
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REGIA - SCENEGGIATURA - FOTOGRAFIA - MONTAGGIO - IMPEGNO - TENSIONE | |
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