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Cina, tarda dinastia Tang, decimo secolo. Alla vigilia delle festività del Chong Yang, dei fiori dorati riempiono il palazzo imperiale. L’imperatore ritorna inaspettatamente a casa assieme al suo secondogenito, il principe Jai. La ragione ufficiale è quella di celebrare le festività con la sua famiglia, ma considerando i rapporti freddi che intercorrono tra lui e la sofferente imperatrice, questa sembra soltanto una scusa. |
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La classe non è acqua e di classe Zhang Yimou ne ha tantissima. Nel 1991 fece conoscere al mondo il cinema cinese con Lanterne Rosse, poi divenne famoso grazie a Hero e vinse due Leoni d’oro a Venezia, con La storia di Qiu Ju e Non uno di meno. Yimou riesce nella non semplice impresa di essere molto amato sia a Pechino che a Hollywood. E quest’anno sarà il presidente della giuria al Festival di Venezia. L’ultimo suo lavoro è La città proibita, kolossal ambientato più di mille anni fa, alla fine della dinastia Tang. Nella parte degli imperatori due interpreti d’eccezione, probabilmente i due attori più famosi d’oriente: Gong Li e Chow Yun Fat. Per loro si tratta di un ritorno in patria, perché già da tempo si sono trasferiti negli Stati Uniti. Lei, Gong Li, ribattezzata a ragion veduta la Greta Garbo cinese, dopo tanta gloria in Cina e dopo la fine della relazione con lo stesso Yimou, nel 2005 ha girato Memorie di una Geisha. Poi è stata la protagonista di Miami Vice e Hannibal Lecter. Chow Yun Fat, invece, ha raggiunto la celebrità occidentale con La Tigre e il Dragone, comparendo anche nell’ultima puntata della saga dei Pirati dei Caraibi. A questi divi si aggiunge nel ruolo del Principe Jai, Jay Chou notissima pop star in Asia.
Con questo cast di lusso, Yimou mette in scena uno spettacolare dramma familiare con intrighi di corte dai toni decisamente shakespeariani, Alla vigilia della festa del Chong Yang, l’imperatore fa ritorno nella reggia per trascorrere le giornate di celebrazioni con la famiglia. L’imperatrice, però, ha dei segreti da nascondere, una relazione con il figliastro, e molto rancore nei confronti del marito. Da qui si parte per una serie di intrighi, con colpi di scena e spietatezze di varia natura. La lotta per la successione a palazzo si fa durissima e ogni pretendente nasconde trame e doppi giochi, di sfondo l’imperatrice tenta di tirare le fila.
La città proibita è un vero spettacolo per gli occhi degli spettatori, le scene di massa sono bellissime, ma per una volta si notano più gli interni che gli esterni. Il palazzo è tutto uno splendore di ori e stucchi, con uno sfarzo che per miracolo riesce a non diventare pacchiano. I vestiti sono uno splendore, i fiori (i crisantemi) compaiono ovunque portandosi dietro ogni simbologia possibile. Per che si era appassionato a Hero e a La Foresta dei pugnali volanti c’è anche qualche combattimento cappa e spada.
In definitiva La città proibita pur non essendo un capolavoro, è un film bello e carico di molte suggestioni. Gong Li, insistiamo, merita da sola il prezzo del biglietto. Chi nel film volesse cercare qualche riferimento al presente della Cina rimarrà forse deluso: almeno di grandi sforzi di fantasia, la storia non sembra parlare più di tanto ai contemporanei. |