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Sette anni della breve e ardente vita di Michael Collins (1891-1922), discusso eroe dell'indipendenza irlandese, ucciso in un'imboscata da altri irlandesi, bizzarro incrocio tra Primula Rossa e Peter Pan con l'aspetto di un goffo e massiccio ragazzo di campagna. Dall'inizio alla fine (dove N. Jordan cede alle pastoie del genere biografico e alle esigenze dell'alto costo), è un film di guerra, guerriglia, guerra civile, la più disperata e feroce delle guerre. Quella contro gli inglesi "dura da 700 anni", dice Collins. E continua. Per l'afflato epico, il ritmo serrato, la statura dei personaggi è un big movie che vanta almeno due sequenze da great movie: la "notte dei dodici apostoli" in cui, per ordine di Collins, furono giustiziati all'alba una dozzina di informatori inglesi, e, episodio altrettanto storico, la strage nello stadio, compiuta dai tanks inglesi su una folla pacifica e inerme. |
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