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"I tre giorni del Condor" è tratto dal romanzo di James Grady 'I sei giorni del condor'. Un ricercatore della CIA è l'unico superstite di una sezione di New York dell'organizzazione, sterminata da un gruppo di sicari. Con l'aiuto di Kathie sfugge agli assassini che lo braccano e scopre che dietro al complotto si nasconde la CIA stessa, un suo settore deviato. |
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Watergate, lo scandalo politico scoppiato in America nel 1972, si è appena concluso. Il Presidente Richard Nixon è costretto alle dimissioni, lascia dietro di sé molte ombre e soprattutto fa intravedere al popolo americano quanto gli abusi di potere e i complotti siano diffusi nella loro amata nazione. La ferita è profonda e difficile da guarire e nel 1975 Sydney Pollack, traendo spunto da un romanzo di James Grady (“I sei giorni del Condor”), dà vita a uno dei primissimi film di spionaggio pessimisti. La cospirazione al Cinema è un tema ancora da esplorare ma Pollack dimostra di conoscere perfettamente il genere e le regole per farlo funzionare al meglio.
Joe Turner (un ottimo Robert Redford) lavora sotto copertura per la CIA, con lo pseudonimo Condor. Il suo lavoro consiste nella lettura di romanzi di spionaggio scritti all’estero, al fine di trarre informazioni e spunti utili. Una mattina, mentre era fuori al bar per la colazione, tutti i suoi colleghi vengono uccisi. Nel giro di poche ore si rende però conto che qualcuno lo vuole morto, probabilmente a causa di sue intuizioni in merito a dei piani per rovesciare un governo in medio oriente e controllare il mercato del petrolio.
Fin da subito si intuisce il taglio che il regista vuole conferire alla pellicola: montaggio a inquadrature rapide - piuttosto inusuale per gli anni ’70 - fotografia autunnale misurata e curata, sceneggiatura pulita e ricca di tensione, battute taglienti. Pollack usa la macchina da presa per calare lo spettatore nelle misteriose vicende in cui è coinvolto l’eroico Condor e per farlo piacevolmente parteggiare. Prendendo le dovute distanze dai rigidi schemi alla James Bond, il regista sembra più che altro avere in mente i meccanismi ambigui di Hitchcock con protagonista la CIA. Anzi, una CIA all’interno della CIA.
Il discorso politico relativo al potere e alla corruzione è in realtà solamente tracciato, ma la tensione e la caratterizzazione dei personaggi rendono tutto spettacolare e coinvolgente. Quando tutto finisce, quando ci si rende conto che c’è qualcosa più grande di noi di difficilmente gestibile, resta un senso di insoddisfazione ma anche una certezza: lavorare nello spionaggio significa non fidarsi mai di nessuno.
“I tre giorni del Condor” è una spy-story che è di diritto un classico degli anni ’70.
Premio speciale a Sydney Pollack ai David di Donatello 1976. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “I tre giorni del Condor” |
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E' morto il regista Sydney Pollack (27 Maggio 2008)
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