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Recensione: Intramontabile effervescenza

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Intramontabile effervescenza
titolo originale Elsa y Fred
nazione Spagna / Argentina
anno 2005
regia Marcos Carnevale
genere Commedia
durata 106 min.
distribuzione Lady Film
cast R. Carnaghi (Gabriel) • M. Alexandre (Fred) • C. Zorrilla (Elsa) • B. Portillo (Cuca)
sceneggiatura M. Carnevale
musiche L. Vitale
fotografia J. Gomez
montaggio N. Capillas
uscita nelle sale 26 Gennaio 2007
media voti redazione
Intramontabile effervescenza Trama del film
Elsa ha 82 anni e ne ha passati 60 sognando l'istante che già Fellini aveva immortalato: immergersi nella Fontana di Trevi, come nella Dolce Vita. Senza Marcello Mastroianni. Alfredo dopo aver perso sua moglie, si sente sconvolto e confuso. Elsa irrompe nella sua vita con brio, determinata ad insegnargli che il tempo che ha da vivere – tanto o poco che sia - è prezioso, e che va vissuto con gioia.
Recensione “Intramontabile effervescenza”
a cura di Francesco Alfani  (voto: 5,5)
Il regista spagnolo Marcos Carnevale, prova a rispondere alla domanda se sia ancora possibile innamorarsi a settant’anni, raccontandoci la storia di due attempati adolescenti madrileni, Elsa e Alfredo, investiti dall’intramontabile effervescenza del sentimento. La risposta è ovviamente sì: il destino può far rinascere la passione anche in mezzo ai dolori, la solitudine e l’appassimento fisico della vecchiaia, nelle vesti inattese di un nuovo vicino di casa e di un ribaltamento completo del proprio vedersi nel mondo e nel tempo. E’ quello che accade ai due protagonisti, la vulcanica Elsa, da giovane bellissima sosia di Anita Ekberg (e appassionata della “Dolce vita” di Fellini, tant’è che nel finale seguirà le orme dell’attrice svedese fin dentro la fontana di Trevi) e da vecchia sveglia e iperattiva donna di mondo, e il posato e ipocondriaco Alfredo, la cui vita meticolosa e piatta è sconvolta dall’apparizione di questa incredibile dirimpettaia. Se raffigurare i due amanti come una coppia di giovani un po’ scapestrati che scappano dal ristorante per evitare di pagare il conto e si fanno scenate di gelosia è una idea non pessima e utile a modificare il pensiero comune sulla vecchiaia come una stagione della vita essenzialmente asessuata (ma Carnevale non è stato in questo senso il primo né probabilmente l’ultimo a parlarne), il suo svolgimento avrebbe potuto però essere meno superficiale. L’evoluzione psicologica dei personaggi non è approfondita, e i comprimari sono particolarmente statici (quasi inesistenti, per dirla tutta); la sceneggiatura è troppo prevedibile e si perde dietro passaggi scontati. Ma al film manca proprio il ritmo giusto per essere efficace: i tempi lentissimi si accoppiano con le poche battute divertenti allontanando decisamente il risultato dalla possibile intenzione del regista di realizzare una commedia brillante, ma non facendolo assomigliare nemmeno a un film sentimentale. Prevale la sensazione di un tentativo andato a vuoto, di un obiettivo mancato che non permette allo spettatore di abbandonarsi con piacere alla visione. L’amore senza età resta solo un’intenzione per Carnevale, che si riscatta solo in parte per una regia al di sopra della media. Roma è sempre bellissima, al di là dei meriti della fotografia; è allarmante comunque scoprire che anche per gli spagnoli gli italiani sono sostanzialmente degli imbroglioni.
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