|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Rodney è il figlio di un modesto robot-lavapiatti e le sue ambizioni da inventore contrastano con la stretta realtà del paese nel quale è cresciuto. Decide così di partire per Robot City, la sede dell’impero di Bigwell, il più grande dei robot-inventori. Al suo arrivo nella città, scopre però che il suo eroe è stato sopraffatto e sequestrato dal perfido Ratchet, che ha architettato un piano per far sostituire tutti i robots della vecchia generazione. Avvalendosi dell’aiuto di alcuni suoi amici e di Cappy, per la quale batte il suo “cuore”, si oppone al malvagio progetto in un accomodante e previsto lieto fine. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sono passati ormai dieci lunghi anni dall’uscita di “Toy story”, il primo lungometraggio digitale realizzato interamente con strumenti di computergrafica 3D. E’ perciò sempre più superfluo ribadire, per ogni cartoon di nuova generazione, quanto la tecnica d’animazione digitale abbia raggiunto dei livelli prossimi all’eccellenza.
Ma la nuova e reale sfida degli Studios americani deve necessariamente risiedere nel concepimento di film che superino la banalità della perfezione.
Non è in discussione il fascino visuale che i creatori de “L’era glaciale” sono riusciti a conferire a questa ultima produzione, che è alla fine anche una brillante e vivace ricostruzione dell’oggettistica americana del secolo scorso. Né può essere messa troppo sotto processo la cura nella caratterizzazione dei personaggi, sicuramente subordinati all’impianto scenografico, ma non certo l’elemento più debole della pellicola.
Ciò che è bene sapere è che, a differenza di molti suoi predecessori, “Robots” descrive figure extra-umane senza alcuna apparente interazione con gli esseri umani. Questo si spiega con il fatto che i protagonisti fanno parte a tutti gli effetti di una univoca e volontaria rappresentazione della “nostra” realtà e dei problemi più moderni dell’umanità. E ciò che viene a mancare è proprio una necessaria immedesimazione in personaggi che risultano uniformi e imperturbabili, oltre che in una realtà fondamentalmente fredda e asettica come quella di Robot City.
Ed è anche per questi motivi che gli sceneggiatori falliscono pure nelle loro vacue intenzioni di pseudo-controtendenza al complesso sistema consumistico-capitalista. Il tutto finisce inevitabilmente per ridursi a un divertissement sterile, privo di innovazione e di sostanza, oltre che condizionato da errori evidenti nella gestione del ritmo filmico.
Una nota di demerito va inoltre assegnata alla scelta, oramai sempre più frequente, di assegnare per la versione italiana di “Robots” due doppiaggi fondamentali a personaggi della televisione. Alessia Amendola doppia Piper al limite della sufficienza, conscia però dei propri limiti e quindi senza mai strafare. Dj Francesco finisce invece per essere fastidioso, "interpretando" il protagonista Rodney un po' come scrive le sue canzoni. |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
5,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6,5
|
|
|
|
|
|
|
|
News sul film “Robots” |
|
|
|
"Wall-E": ultimo capolavoro targato Pixar ( 2 Ottobre 2007)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|