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Ultimo giorno di libertà per Monty Brogan, che sta per essere incarcerato: deve scontare sette anni per spaccio di droga. 24 ore per riflettere su se stesso (avrebbe voluto fare il pompiere), sul proprio destino (ha optato per il denaro facile), recuperare il legame con il padre, congedarsi dalla fidanzata (che forse è la responsabile della soffiata), dai suoi due migliori amici, Jacob e Francis, per giungere alla consapevolezza che deve pagare per quello che ha fatto. |
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"Trovarono il cane nero addormentato sul ciglio della West Side Highway, immerso nei suoi sogni da cane.
Una povera bestia sciancata, l’orecchio sinistro ridotto in poltiglia, decine di bruciature di sigarette sulla pelle: un cane da combattimento abbandonato alla mercè dei topi".
(David Benioff - "La 25esima ora")
David Benioff è l’autore de "La 25esima Ora", il romanzo da cui Spike Lee ha tratto il suo ultimo film. La prima immagine che Benioff dà ai suoi lettori è quella del cane morente. Forte, giovane, muscoloso, ma umiliato, ferito, ormai alla mercè dei topi e delle mosche.
In quel cane che un pò gli assomiglia, il protagonista del film "La 25esima ora", Monty Brogan, vede se stesso.
La New York patinata o nebbiosa dei ponti in cinemascope (splendida la fotografia di Rodrigo Prieto, che si sposa a meraviglia con le atmosfere musicali di Terence Blanchard), delle passeggiate col cane tra i joggers sulle rive dell'Hudson, si tinge in continuità nella metropoli disillusa, e quanto più reale, destabilizzando 'l'azione finale': una storia d'amore che sfocia in una straordinaria carrellata rap che non risparmia, in infilata, italiani ed irlandesi, portoricani e messicani, ebrei, coreani e, come no, pure i neri. Ma con un "fuck you" finale rivolto a sé stesso riflesso nello specchio: di agghiacciante preveggenza.
Il linguaggio del film, con i dialoghi che incantano anche con l'inconsueta costruzione drammatica, fatta di sussulti e ripensamenti, è tutto segnato da ritmi, cadenze, organizzazioni tematiche, che se sono vicine a quell'arte dell'improvvisazione organizzata che è tipica della musica cinematografica che costituisce il tema dell'opera filmica. Apparizione drammatica, sorprendente come lo è stato quell'evento: uno dei film fra i più belli ed impegnati di Spike Lee. |