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Recensione: Tutta una vita

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Tutta una vita
titolo originale Toute une vie
nazione Francia
anno 1974
regia Claude Lelouch
genere Drammatico
durata 150 min.
distribuzione Cineriz
cast M. Keller (Sarah / madre di Sarah / sorella di) • A. Dussollier (Simon) • C. Denner (Nonno di Sarah, Padre di Sarah) • C. Gravina (amica di Sarah) • C. Gérard (amico di Simon) • G. Bécaud (se stesso)
sceneggiatura C. LelouchP. Uytterhoeven
musiche F. Lai
fotografia J. Collomb
montaggio G. Klotz
media voti redazione
Tutta una vita Trama del film
Nel 1918, un cinereporter muore in guerra dopo avere appreso d'essere divenuto padre di David Goldman. Questi, essendo ebreo, nel 1940 viene deportato e trova, sul treno del ritorno, Rachel Stern che diverrà sua moglie, generano Sarah. Morta Rachel di parto, David diviene ricchissimo industriale di calzature e si dedica amorosamente alla figlia che, tuttavia, vizia abbondantemente. Sarah, innamorata di Gilbert Bècaud (interprete di se stesso nel film), grazie al padre riesce a divenirne momentanea compagna. Ferita per l'infedeltà del cantante, Sarah viene consolata dal padre con un giro del mondo che lascia la giovane piuttosto disgustata e disillusa. Alla morte del padre, la ragazza attua nell'industria di cui diviene presidente audacissime riforme e rinunce che i sindacati contestano. Durante tutto questo tempo, Simon Duroc, ladruncolo, in carcere apprende l'uso della fotografia e fa amicizia con Charles. Seguito dal socio dopo la liberazione, diviene asso del film pubblicitario e, in seguito, entusiasta regista cinematografico. Dopo varie esperienze esistenziali e amorose, incontra casualmente Sarah e la felicità su di un Boeing 747 diretto a New York.
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