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Nel 1864, Ludwig Wittelsbach sale, non ancora ventenne, sul trono di Baviera. Generoso e romantico, il giovane re sogna il bene del suo paese e vorrebbe diffondere intorno a se l'amore dell'arte della pace dell'armonia universale. Si affida, dunque, fiduciosamente, a quanti lo circondano, ma costoro tradiscono la sua fiducia. La Baviera viene spinta in una guerra fallimentare che la lascerà esposta all'invadenza di Bismarck. I consiglieri più fidati gli dimostrano incomprensione o agiscono subdolamente contro di lui. Persino Wagner, di cui Ludwig è amico sincero e munifico, lo costringe con la sua avidità a togliergli amicizia e sovvenzioni. Gli è affezionata soltanto la bella cugina Elisabetta, moglie di Francesco Giuseppe Imperatore d'Austria. Il loro rapporto basato sull'affinità spirituale potrebbe sconfinare nell'amore. Ludwig, però è poco portato verso l'altro sesso ed Elisabetta per sottrarsi a una relazione che sarebbe soltanto platonica, cerca di facilitare il fidanzamento del cugino con la propria sorella Sophie. Ludwig però si sottrae al matrimonio e, mentre il fratello Otto, vittima di una malattia venerea ereditaria, impazzisce, egli si abbandona - ormai solo e disilluso - ai suoi aberranti istinti sessuali, fino allora validamente frenati. Uomo di Bismarck e capo di un complotto, il conte Von Holnstein riesce a far rinchiudere il re in uno dei suoi tanti castelli. Fingendosi rassegnato Ludwig propone a von Gudden, il medico che gli è stato imposto, di fare una passeggiata con lui. Li ritroveranno entrambi, più tardi, nelle acque di un lago. Quasi sicuramente il re si è dato la morte e ha voluto von Gudden con sé. |
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Sublime ritratto di un'intera epoca e di tutta l'epica decadente di Luchino Visconti |
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REGIA - SCENEGGIATURA - MUSICHE - FOTOGRAFIA - IMPEGNO - POETICITÀ - SCENOGRAFIA - COSTUMI | |
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Vertice estetico del cinema italiano. E' un concentrato della poetica del suo autore, vero e proprio testamento artistico. Estetizzante, coltissimo, ambiguo, decadente, autodistruttivo. Perfetto.
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10
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Splendido affresco di una Milltleuropa decadente, all'indomani del processo di unificazione tedesca. Straordinarie le interpretazioni di Romy Schneider, indimenticabile e ben diversa Elisabetta d'Austria, e soprattutto di Helmut Berger. Quattro le scene rimarchevoli: le due notti con Ludwig ed Elisabetta d'Austria; l'incontro tra Ludwig e l'attore shakespeariano (cfr. l'esilarante riferimento ai figli della Luna); l'affresco dei castelli di Ludwig con una spettatrice di eccezione, Elisabetta d'Austria magistralmente rappresentata, e non soltanto interpretata, da Romy Schneider.
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8
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8
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Il capitolo conclusivo della trilogia tedesca è anche il testamenteo spirituale di Visconti, capace di ricapitolare quasi tutti i temi cardine del suo cinema: l'amore-passione, la seduzione mortuaria, le ossessioni del potere, l'omosessualità, il rapporto tra arte e vita. Film-emblema del decadentismo, è una ricostruzione sontuosa ed elegante, da raffinato melodramma, ma non manca certo di profondità. Ottima la prova di tutto il cast, e di Berger in particolare. Certo, la sintesi e la concisione non sono le doti per cui la stella di Visconti risplende maggiormente...
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8,5
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UN GRANDE AFFRESCO CON UN BRAVO HELMUT BERGER.
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10
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