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Una donna ossessionata dal peso e dalla voglia di apparire in Tv si avvelena con le pillole per dimagrire. Suo figlio sprofonda con la fidanzata nel tunnel della droga, subisce orrori, sopraffazioni e mutilazioni fino al degrado totale. |
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Cinema “iperreale”, quello messo in immagini eccessive dal newyorkese di Brooklyn Darren Aronofsky con questo “Requiem for a dream”: opera estrema nella rappresentazione disgraziata di un’umanità derelitta nei suoi sogni oltreché nella sua realtà.
Il regista conferma il talento e lo stile di “Pi Greco”, misurandosi stavolta con una storia meno originale ma più esplicita. Un film sulla dipendenza e sull’utopia dell’amore e della vita.
Il newyorkese s'inventa un viaggio allucinato che aggredisce visivamente lo sguardo dello spettatore; una Ragione dell'assurdo, un lungometraggio fuori dalle regole, disperso in un immaginario marginalizzato e consumato nelle macerie del vivere.
L'immoralità del film passa tutta per l'estetica - traumatizzante - di cui si nutre, e di cui lo sguardo di Aronofsky si fa tramite. Una splendida partitura d’archi - visionaria - ci accompagna, con un senso di ineluttabilità, dagli inizi del sogno chimico dei protagonisti, lentamente e inesorabilmente fino alla trasformazione in un incubo, o più correttamente fino alla morte dei sogni.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2000.
Ellen Burstyn ha ottenuto la nomination agli Oscar come migliore attrice. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Requiem for a Dream” |
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Con "The Fountain" Aronofsky verso l'immortalità (13 Giugno 2006)
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