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Un professionista del crimine, Neil McCauley, riesce a cavarsela da ogni situazione in meno di trenta secondi con la sua fedele banda di tre rapinatori. Un poliziotto-segugio, Vincent Hanna è fallito nei sentimenti ma implacabile nella professione. I sue s'incontrano dando vita ad un lungo e teso duello, nella preparazione del drammatico scontro finale. Pacino e De Niro per la prima volta 'faccia a faccia': cacciatore e preda immersi in storie parallele e disperate. |
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Alba su Los Angeles: una banda assalta un mezzo blindato pieno di obbligazioni al portatore, tre agenti cadono crivellati dai colpi.
Entra la luce del giorno in un elegante appartamento nel distretto di Brentwood. Il detective Vincent Hanna divide gli ultimi momenti d’amore con la compagna Justine, prima di trovarsi immerso nella solita vita, fatta di verità, piombo, strada, dove lo aspettano i tre colleghi morti, in un mattino qualsiasi, appena svegliato.
Più tardi un uomo silenzioso, Neil McCauley, osservando il mare svela le sue due uniche certezze: lui è un professionista del crimine che non tornerà mai in galera. Nella mente, pianificato in maniera perfetta, l’ultimo grande colpo della sua vita, con la solita squadra di amici prima che killers: Chris, Michael e Nate.
Michael Mann apre così il duello poliziesco più bello di tutti gli anni novanta; introduce in una panoramica iniziale “La sfida” tra la legge e il crimine, il disperato dialogo tra bene e male, immerge la storia in una tela di umanità, ogni personaggio si lascia ascoltare, pensa, si descrive, appare originale ed estremamente reale, possiede una storia e un’identità. In tre ore di film conosciamo un’infinità di protagonisti e anche chi appare meno resta fondamentale comunque.
Al Pacino e Robert De Niro duellano a distanza quasi ammirandosi e contemplando ognuno il destino dell’altro. In una scena i due s’incontrano, consapevoli dei ruoli e forse quasi anche dei loro stessi destini, parlano come vecchi amici sorseggiando un caffè in un auto-grill qualunque, con l’atmosfera del solito giorno comune. Loro dialogano e il cinema di Mann diventa sublime.
L’amore, la vita, la paura di ognuno di noi, del passato e del possibile futuro, della difficoltà che questo mondo possa essere migliore. Mann dipinge a toni cupi tutto questo, un affresco moderno in una Los Angeles triste; la stessa “Città delle luci” protagonista ancora più gelida, nove anni dopo, in “Collateral”.
La precarietà è l'emblema di tutto il percorso cinematografico di Mann, dove hanno valore gli esseri umani e la quotidiana solitudine che li attraversa, quasi tutti eroi disperati, affannati, definitivi. |
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E' la quintessenza del thriller, capace di rapire letteralmente lo spettatore per tutta la sua durata: la "sfida" non sta solo nella forsennata corsa del poliziotto sulle tracce di un abile rapinatore ma pure nel saper mescolare abilmente le sparatorie, le retate e gli adrenalinici inseguimenti alle crisi sentimentali e alle difficolta' della vita privata dei due protagonisti (gara di bravura tra il determinato Pacino e il profondo DeNiro). Mann non solo realizza quello che ad oggi rimane il suo capolavoro ma anche quello che e' a tutti gli effetti uno dei migliori film degli anni '90.
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Bellissimo. Attori, intreccio, regia, fotografia, caratterizzazione dei personaggi, tutto è eccezionale in questo film. Una menzione particolare merita la scena dell'inseguimento notturno prima in elicottero e poi in automobile. La stessa cosa vale per il dialogo, per la sfida, tra Robert De Niro ed Al Pacino, la prima scena che vede contemporaneamente la presenza dei due grandi attori, prima del deludente Sfida Senza Regole.
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De Niro e Al Pacino diretti da Michael Mann. Impossibile sbagliarsi.
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