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Recensione: Kinsey

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Kinsey
titolo originale Kinsey
nazione U.S.A. / Germania
anno 2004
regia Bill Condon
genere Drammatico
durata 118 min.
distribuzione 20th Century Fox
cast L. Neeson (Alfred Kinsey) • L. Linney (Clara Kinsey) • C. O'Donnell (Wardell Pomeroy) • P. Sarsgaard (Clyde Martin) • T. Hutton (Paul Gebhard)
sceneggiatura B. Condon
musiche C. Burwell
fotografia F. Elmes
montaggio V. Katz
media voti redazione
Kinsey Trama del film
Il film ripercorre la vita di Alfred Kinsey, il pioniere della ricerca scientifica sulla sessualità in America. Cresciuto in una famiglia estremamente conservatrice, con un padre, un pastore metodista, che dal pulpito arringava contro le chiusure lampo, colpevoli secondo lui di facilitare l'oblio morale, si svincola dalla sua educazione e diviene uno stimato insegnante di biologia all'Università dell'Indiana. Le domande dei suoi studenti e l'incontro con Clara, la donna che sarà sua moglie, lo spingono a riflettere e investigare su sesso e pratiche sessuali. Inizia così un imponente progetto di ricerca, che si snoda intervistando centinaia di persone circa i dettagli dei loro rapporti sessuali.
Recensione “Kinsey”
a cura di Riccardo Rizzo  (voto: 5)
"…E se i puritani fossero rimasti a casa e i libertini fossero coloro che avessero attraversato l’oceano?..."

In un’America bigotta e intrappolata sotto una crosta di puritanesimo dilagante, il giovane biologo Al Kinsey, vittima anch’egli di un’educazione severa e castrante nei confronti del sesso, compie una piccola rivoluzione iniziando ad interessarsi prima, e a studiare scientificamente poi, la vita sessuale degli americani (siamo negli anni ’40). Le sconvolgenti rivelazioni (nel vero senso della parola) che ne vengono fuori lo inducono ad approfondire i suoi studi, fino a creare un vero e proprio ‘Istituto di ricerca sul sesso’. L’approccio scientifico, le innovative tecniche di indagine (un mix tra osservazione partecipante e interviste in profondità), oltre alla curiosità di una generazione che avverte il bisogno di liberarsi da pregiudizi e una cattiva e retrograda informazione, gli regaleranno un ampio risalto nell’opinione pubblica nazionale.
Il successo e l’appoggio economico della fondazione Rockfeller lo indurranno a scrivere il primo libro completo ed approfondito sulla sessualità maschile. Lavorerà quindi, anche per la pubblicazione anche di un secondo volume (su quella femminile) ma nel frattempo la situazione sarà cambiata e la società non sarà ancora pronta per una rivoluzione di così ampia portata, dopo anni e anni di tranquilla ignoranza. Kinsey si ritroverà solo, senza aiuti economici e investito da pettegolezzi e dall’accusa di essere un predicatore più che uno scienziato.
La rabbia e la delusione per non aver portato a termine il suo progetto svanirà nel momento in cui una signora gli stringerà la mano e gli dirà che grazie a lui ora è una persona felice. Qualcosa è cambiato.
Pregevole l’intento di sollevare interessanti spunti di riflessione su ciò che è considerato Naturale e ciò che è immorale, incentrando l’attenzione su quelli che sono stereotipi e convinzioni troppo spesso infondate. Kinsey lotta per aprire gli occhi alla gente perché solo così, dice, si riusciranno a vedere le differenze che sono l’essenza della vita e l’unica cosa reale che abbiamo. Nel mondo, invece, si cerca più di tradire la propria natura per conformarsi alla massa che non coltivare queste stesse differenze: il risultato saranno inutili e deleterie proibizioni che col tempo diventeranno ossessioni.
Peccato che queste tematiche siano trattate in maniera piuttosto superficiale, che la narrazione sia decisamente troppo lunga e a rilento (al tempo d’oggi pare che un film non possa durare meno di due ore…) e che il finale sia inutile e poco incisivo.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (7 Commenti, 85% gradimento) angelonero 6 Gennaio 2012 ore 21:37
voto al film:   7

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