Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Desiderio

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Desiderio
titolo originale Sehnsucht - Longing
nazione Germania
anno 2006
regia Valeska Grisebach
genere Drammatico
durata 88 min.
distribuzione Lucky Red Distribuzione
cast A. MüllerI. WelzA. DornbuschE. Lemke
sceneggiatura V. Grisebach
musiche M. Hossbach
fotografia B. Keller
montaggio B. BohlerV. GrisebachN. Barrey
uscita nelle sale 29 Giugno 2007
media voti redazione
Desiderio Trama del film
Un uomo e una donna vivono in un paese vicino Berlino. La città sembra lontana. Si amano da quando erano piccoli. Inseparabili. Oggi sono trentenni. Markus è un fabbro e fa parte della squadra dei vigili del fuoco locale, Ella lavora come domestica un paio di ore alla settimana e canta nel coro del paese. Le persone li guardano con un misto di stupore e sospetto: sembrano così felici, così innocenti; e, qualche volta, imbranati come due bambini. Markus visita la città più vicina per frequentare un corso con la sua squadra di pompieri. Di notte beve molto, si diverte e balla. La mattina seguente si sveglia in un appartamento di una cameriera, Rose. Markus non è in grado di ricordare cos’è accaduto. Quando cerca di scoprire, è l’inizio di un amore differente, al quale non è abituato e che tuttavia non sembra incidere sull’amore che prova per sua moglie.
Recensione “Desiderio”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 6,5)
...solo, una noia di chissà cosa che vi affligge!

L’amore perfetto, quello che si mostra immemore del proprio perché ma si rinnova ogni giorno che passa, sembra essere il punto di partenza di “Sensucht”, secondo film della trentanovenne Valeska Grisebach, a cinque anni di distanza da “Mein Stern”. Un amore che lega Ella e Markus senza serrare loro i polsi, è protagonista senza apparire; a questo amore dolce, duraturo, rassegnato, si affianca (ma finisce inevitabilmente per contrapporvisi) un amore irrazionale e irresistibile, al quale Markus guarda con la curiosità di un bambino che scopre qualcosa che non conosceva. Sono due amori diversi. Possono convivere? La tesi è affascinante, ancor più se a proporla è una donna (riflessione spiccia e magari abusata, ma non per questo errata); la risposta però è quella a cui siamo abituati: due amori, anche se sentiti come diversi, sono troppo in contrasto tra di loro per coesistere nell’animo di una persona. Dimostrata – nel caso specifico – l’impossibilità del doppio amore (non di nascere, ma di sopravvivere), il centro dell’analisi diventa il soggetto-innamorato, Markus. Oh, non volervi, non potervi morire un poco! Il solco che si forma nell’animo di Markus ha le sembianze della disperazione, più che del disamoramento. L’uomo che ha creduto di amare doppiamente, si scopre un’anima solitaria.
Desiderio può essere il sentimento di Ella – ma si direbbe di più amore – o quello di Rose, come sta attenta a sottolineare la Grisebach, regista e sceneggiatrice, facendo pronunciare alle due donne la stessa frase “ho tanto desiderio di te” (naturalmente nell’originale usano il termine ‘Sensucht’). Markus non desidera, il suo è più un languore, appoggiandoci alla sfumatura del sostantivo tedesco che purtroppo – ma inevitabilmente – il titolo italiano perde. Nel suo nuovo, possibile mondo, nel trovarsi di fronte, forse per la prima volta, a una scelta e nel non accorgersene, Markus illanguidisce; la sua unica sicurezza, mai messa veramente alla prova, lo abbandona, la passività diventa spleen. Il Markus che rinuncia alla vita è l’Impero alla fine della decadenza di Verlaine, ma dall’abisso toccato, dal crollo dell’impero e dalla mancata rivoluzione, nonostante il finale irritante anche se molto misurato giochi alla Sfinge, non può che esserci una restaurazione.
Nelle scelte registiche sono pochi gli appunti che si possono fare a Valeska Grisebach: a parte il finale, una scelta poco condivisibile ma portata avanti molto bene, c’è giusto una scena di nudo che stona nella sua gratuità, non particolarmente calcata ma troppo isolata, estranea allo stile del resto del film. Gli attori non sono professionisti, ma scelti per il loro lavoro – lo stesso del film – nella ricerca della spontaneità; dei tre personaggi è pienamente convincente soltanto l’interpretazioni di Ilka Welz (Ella), ma gli altri due sono bravi nel contenersi, limitandosi ai pochi gesti necessari e a quei sorrisi a metà, pluri-interpretabili, che vanno bene per qualsiasi occasione. L’espressione che la macchina da presa ci nega, è quella finale di Markus, tornato con una sola delle due donne: sarebbe stata l’espressione con la quale si lasciava finalmente alla spalle la solitudine, la noiadi chissà cosa – che lo affliggeva. Sarebbe stata l’espressione di un desiderio.
Nel 2006 è stato presentato in concorso al Festival di Berlino e ha vinto il Festival di Pesaro.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
News sul film “Desiderio”
Desiderio La Mostra del Nuovo Cinema parla tedesco La Mostra del Nuovo Cinema parla tedesco  (26 Giugno 2008)
Ultime Schede
Desiderio
Pesaro Film Festival 2006
Il cinema argentino in Mostra
Festival di Berlino 2006
Orso d'Oro a Grbavica
Valeska Grisebach
Leggi l'intervista a Valeska Grisebach per “Pesaro 2006