|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Spagna, fine degli anni '30. Carlos, un bambino di 12 anni, è abbandonato dal suo tutore nell'orfanotrofio di Santa Lucia, una costruzione imponente nel mezzo di un paesaggio desolato. Presto nascerà una violenta rivalità tra lui e Jaime, un adolescente dal carattere tortuoso ed ostile che esercita la funzione di leader per gli altri bambini. Carlos, immerso in questo mondo che non conosce e circondato da altri suoi coetanei abbandonati o senza famiglia, poco a poco svelerà un terribile segreto racchiuso tra le mura dell'orfanotrofio... |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
"Cosa è un fantasma? Un evento terribile condannato a ripetersi, un istante di dolore, forse; qualcosa morto che sembra ancora vivo, un sentimento sospeso nel tempo, come una fotografia sfuocata, come un insetto intrappolato in una trappola..."
Una voce fuoricampo ci introduce nel film chiedendo cosa sia un fantasma. Guillermo del Toro ci dà la sua interpretazione, attraverso una storia dalle atmosfere inquietanti e ricca di situazioni di tensione, ben lontana dalle più volgari storie (hollywoodiane) di fantasmi tipo: vi devo spaventare, quindi beccatevi questo! E giù con musiche assillanti ad accompagnare continue scene di terrore…
In questo caso a catturare lo spettatore sono piuttosto le atmosfere dark inquietanti e numerose diverse scene di tensione, dovute sia alle apparizioni del fantasma (alcune forse troppo prolisse) che a certe circostanze che circondano i bambini dell’orfanotrofio. In fondo non si sa per cosa aver più paura, se per il fantasma o per quello che succede tra le mura di questo posto sperduto nella Cataluña degli anni ’30, ma una cosa è certa: si avverte in qualsiasi istante una fredda sensazione di morte che aleggia nell’aria come nebbia rarefatta che da un momento all’altro potrebbe diventare acqua e scivolarti addosso… L’atmosfera è apocalittica, al deserto e al sole cocente dell’esterno si contrappongono ombre e ambienti simil-gotici all’interno delle mura dell’edificio; al centro del patio, segnale di morte latente, c’è una bomba enorme inesplosa. A questa fotografia ineccepibile si affianca però una certa irregolarità nello svolgimento della trama, a volte frammentata e priva di un vero nesso comune, che lascia numerose situazioni aperte, senza conclusione. Nonostante questo è da sottolineare la capacità del regista messicano di rappresentare il Male più negli esseri umani che nella figura del fantasma, seguendo un processo che da Ghost in poi in effetti ha smesso di ritrarli come creature terrificanti, bensì come anime sospese in cerca di aiuto. Viene da pensare anche se quello descritto in questo caso sia da paragonare alla situazione storica della Spagna di fine anni ‘30, quel franchismo che mieteva vittime e faceva paura più di qualsiasi creatura frutto della nostra mente. Bravissimi come al solito Federico Luppi e Marisa Paredes, ma anche i bambini, che riescono a compensare l’interpretazione caricaturale e fuori luogo di Eduardo Noriega, probabilmente uno degli attori spagnoli più sopravvalutati del momento.
Prodotto da Pedro e Augustín Almodóvar. |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
|
News sul film “La spina del diavolo” |
|
|
|
Guillermo Del Toro resuscita Frankenstein ( 4 Gennaio 2008)
|
|
|
Guillermo Del Toro porta al cinema "Deadman" ( 6 Dicembre 2006)
|
|
|
"Pan's Labyrinth": il ritorno di Guillermo Del Toro (11 Ottobre 2006)
|
|
|
"La spina del Diavolo": che cos'è un fantasma? (22 Giugno 2006)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|