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Recensione: Jona che visse nella balena

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Jona che visse nella balena
titolo originale Jona che visse nella balena
nazione Italia / Francia
anno 1993
regia Roberto Faenza
genere Drammatico
durata 98 min.
distribuzione Mikado Film
cast J. Anglade (Max) • J. Aubrey (Hanna) • L. Petterson (Jona a 4 anni) • J. Del Vecchio (Jona a 7 anni)
sceneggiatura R. FaenzaH. Fleetwood
musiche E. Morricone
fotografia J. Kende
montaggio N. Baragli
media voti redazione
Jona che visse nella balena Trama del film
Jona Oberski ha quattro anni e vive ad Amsterdam con i genitori quando, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, la sua famiglia finisce nel campo di Bergen-Belsen. Qui Jona passerà tutta la guerra, in una baracca separata dai suoi genitori e costretto a crescere subendo angherie e violenze, e non solo dai suoi carcerieri. Il film è tratto dal libro autobiografico dello stesso Oberski, Anni d'infanzia e vi si attiene fedelmente.
Recensione “Jona che visse nella balena”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
La memoria salvata dai bambini; ovvero la tragedia del lager e la follia dell'antisemitismo nazista ricostruite attraverso lo sguardo candido e innocente di un bimbo ebreo olandese, rinchiuso nel campo di Bergenbelsen nel 1942.
Strappato al suo mondo di giochi e gettato con violenza tra i reticolati del lager, Jona impara a vivere e a guardare con lo sgomento attonito di chi è stato costretto dalla vita a diventare grande troppo in fretta.
Il lager nazista diventa per lui un ambiente quasi normale, il solo mondo che conosce e nel quale si compiono le sue prime esperienze di dolore, di rapporti sociali, di capacità di sopravvivere.
Senza i frastuoni della repulsione ma con i sussurri dello sdegno, sottovoce come dovrebbero essere narrate le tragedie, Roberto Faenza confeziona un film essenziale sulla tenacia dell'amore.
Asciutto e intenso, riesce sempre a coinvolgere, specie là, dove è l'occhio del bambino che, guardando e ricordando, rappresenta, in modo del tutto soggettivo, quegli orrori quotidiani cui ha assistito.
Tratto dal libro "Anni d'infanzia" (1977) di Jona Oberski, il film riassume per lo schermo ciò che il bambino ha passato e vissuto nei campi di raccolta e orrore, appunto attraverso gli occhi dell'infanzia.
Jona Oberski, uscito dal ventre della balena/lager e rientrato a fine guerra nel mondo in cui è nato, è oggi scienziato assai noto ed ancor più noto per la sua autobiografia, tradotta e diffusa ovunque.
Sotto il profilo pedagogico, il lavoro di Faenza può dire e consegnare molto ai giovani, che il tempo va inesorabilmente allontanando da quegli anni che furono durissimi e disumani.
Questo è un impegno assolto con grande semplicità e in modo controllato, oltre che con forte umanità.
Premio Efebo d'oro di Agrigento.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Oro (313 Commenti, 59% gradimento) Pangur Medaglia d'Oro 27 Agosto 2011 ore 12:43
voto al film:   7,5

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) IlDivoGiulio 24 Agosto 2011 ore 22:58
voto al film:   7,5

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