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Brooke e Gary, stanno insieme da parecchio, e come in molte altre coppie i litigi sono una routine. Brooke però non ce la fa più e vuole separarsi. Il problema è che nessuno dei due ha intenzione di lasciare la casa e l'unica soluzione rimane quella di una coabitazione forzata in cui non mancheranno dispetti reciproci. |
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Il giovane regista Peyton Reed torna, dopo “Abbasso l’amore” di tre anni fa, a girare un film sui difficili rapporti tra uomini e donne; non però seguendo la più abusata strada della commedia romantica, con i fiori d’arancio che accompagnano i titoli di coda, ma raccontando la storia di un amore che fallisce. Nel farlo non dimentica che Danny De Vito ha già girato “La Guerra dei Roses”; “Ti odio, ti lascio, ti…” è sicuramente debitore dei suoi toni estremi, e non rinuncia a calcare la mano quando mostra i furiosi litigi e le vendette (ai limiti dell’inverosimile) consumate dai due protagonisti. La presenza di Vaughn comunque (anche coproduttore, coautore del soggetto e entusiasta sostenitore del progetto fin dalle sue prime fasi) assicura la sostanziale prevalenza di toni da commedia, per cui le stesse situazioni si stemperano immancabilmente in una comicità dell’assurdo e del grottesco ispirata agli onnipresenti film di Bobby e Peter Farrelly.
Con queste premesse, delude l’assenza di una sceneggiatura efficace: il ritmo non riesce ad essere coinvolgente fino in fondo, e le risate sono meno di quelle che ci si aspetterebbe, forse per la difficoltà a unire l’ispirazione più meditativa con quella più scanzonata, forse per la poca rilevanza dei comprimari, spalle comiche non adeguatamente congegnate. Il film ondeggia tra una direzione e l’altra, cambia spesso registro e così facendo vulnera la fluidità narrativa, per cui anche dopo l’ultima scena il pubblico non sa con quale spirito debba uscire dalla sala. Per fortuna che ci sono Vince Vaughn e Jennifer Aniston nei ruoli principali: tutti e due perfetti per film del genere, tengono la scena con disinvoltura e sanno recitare senza mai andare sopra le righe, aggiungendo credibilità al racconto. Due americani medi nella città americana per eccellenza (Chicago, bellissima nella fotografia di Eric Edwards), sono quelli che non ti stupiresti di trovare allo stadio del baseball, al bancone del bar o a correre nel parco, proprio come Gary e Brook. |
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