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L'11 settembre 2001 il volo United 93 è uno dei quattro aerei dirottati dai terroristi islamici di al Qaida per colpire bersagli simbolo della civiltà occidentale. Deve precipitare sul Campidoglio e sulla Casa Bianca in contemporanea all'attacco alle due Torri gemelle a New York e all'edificio del Pentagono, sede del Ministero della Difesa Usa. Solo la strenua ed eroica reazione dei passeggeri di questo volo è riuscita a far fallire i propositi dei terroristi. L'aereo si è schiantato al suolo a Shanksville in Pennsylvania, a sudest di Pittsburgh, due ore dopo l'inizio dell'attacco al World Trade Center. |
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Bisognerebbe avere più rispetto per le migliaia di vittime, comprese quelle del volo United 93, che incontrarono la morte l’11 settembre 2001, una data triste, ma soprattutto buia, misteriosa, angosciante…
Ancora una volta, invece, Hollywood dimostra tutta la sua bassezza propinandoci un film buono solo a far registrare (presumibilmente) un incasso notevole al botteghino, calpestando dolore e memoria, umanità e giustizia, ma soprattutto, l’intenzione di ricostruire il più fedelmente possibile, quanto accaduto quel fatidico giorno.
Sia chiaro, la Verità non verrà mai fuori, ma quella raccontata da Paul Greengrass è una verità meschina e senza senso, priva di qualsiasi intento documentaristico o di ricostruzione psicologica del dramma. Non bastano martellanti primi piani per capire cosa c’è dietro agli occhi di una persona, il suo pensiero, le sua anima; non basta ascoltare trilioni di volte: codice 7550, delta 90, o “qui torre di controllo, passo”, per fare di queste parole prove inconfutabili su come siano andate le cose. L’accoppiata docu-fiction è una cosa mostruosa e vile. Qui non si tratta di ri-costruire un evento con elementi immaginati (attenzione: non inventati) o plausibili, affiancati a prove inconfutabili; e nemmeno di provare a cercare ulteriori prove a sostegno di una propria teoria, anche cospiratoria, perché no... In questo caso si può solo parlare di un film che fallisce in tutto: la prima ora è semplicemente uno spreco di pellicola, i dirottatori -figure quasi grottesche- sembrano essere analizzati psicologicamente da un bambino di 10 anni, le domande circa l’incapacità (?) della Difesa americana di fermare gli atti terroristici restano aperte più che mai, il Dramma dei 40 passeggeri dell’aereo si intuisce solo nei 5 minuti dedicati alle telefonate che fanno ai cari.
No, signori. Non basta scrivere alla fine: “dedicato a tutte le vittime dell’11 settembre 2001” per rendere davvero omaggio a così tante vite spezzate: questo sembra più l’espiazione di un peccato che una sincera, intima commemorazione. |
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