Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Central do Brasil

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Central do Brasil
titolo originale Central do Brasil
nazione Brasile
anno 1997
regia Walter Salles
genere Drammatico
durata 110 min.
distribuzione Mikado Film
cast F. Montenegro (Dora) • V. De Oliveira (Josuè) • M. Pera (Irene)
sceneggiatura M. BernsteinJ. Carneiro
musiche A. PintoJ. Morelembaum
fotografia W. Carvalho
montaggio F. LacerdaI. Rathery
media voti redazione
Central do Brasil Trama del film
Dora, ex insegnante e nubile, si è inventata un nuovo lavoro: scrive lettere per conto dei tanti analfabeti che si riversano ogni giorno nella principale stazione di Rio de Janeiro. Tra i clienti capitano la giovane Ana e suo figlio Josuè di nove anni. Ana vuol far incontrare il figlio con il padre, che non ha mai conosciuto e che vive in una zona sperduta del Brasile nord-orientale. Quando esce dalla stazione, Ana viene investita da un autobus e muore. Josuè rimane solo, Dora lo avvicina e pensa di trarne profitto, vendendolo ad un mercante d'infanzia. Ma poi capisce l'errore, torna a riprenderlo e, a quel punto, decide di accompagnarlo al paese del padre. Su mezzi di trasporto precari e di fortuna, i due attraversano territori sconosciuti, fanno conoscenze, rimangono senza soldi, superano momenti di tristezza, si trovano coinvolti in riti e processioni religiose, arrivano nel paese indicato: il padre è disperso, ma al posto suo, Josuè trova due fratelli, una famiglia nuova e, soprattutto, il valore di un'esperienza affettiva che non potrà più dimenticare.
Recensione “Central do Brasil”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
Tradizionale film neorealista del cinema brasiliano, sembra aver subito altri influssi oltre a quello di De Sica: il cinema americano indipendente e d'autore; "Gloria" di Cassavetes o "Alice non abita più qui" di Scorsese, e il primo Wenders, sono alcuni degli esempi più calzanti.
"Central do Brasil" è un film intenso e vero, che porta lo spettatore a viaggiare nel ventre del Brasile e, al tempo stesso, nel profondo dell’animo umano. Un film in cui la ricerca del padre simboleggia la ricerca di un’identità nazionale. Una pellicola che colpisce al cuore, allo stomaco, al cervello per la crudezza, la forza, ma soprattutto per la poesia con cui Salles riesce a narrare la sua storia. L’aspetto più interessante di "Central do Brasil" è senza dubbio la valenza attribuita al viaggio che si configura appunto come percorso multiplo. Di spostamento nello spazio fisico dal caos e dalla saturazione della metropoli, al silenzio e al vuoto del deserto. Ma anche di ricerca interiore che segna, passo dopo passo, una lenta ma significativa trasformazione dei due personaggi. Gli attraversamenti, i chilometri di terra bruciata sotto i piedi, le difficoltà da superare lungo il cammino, le soste, le attese, lo stupore, ma anche il timore per l’ignoto, la scoperta di territori sconosciuti, l’incontro con altri viaggiatori, rappresentano chiare metafore dei momenti che segnano questo processo di crescita e cambiamento.
L’indifferenza e la diffidenza dell’inizio, si annulleranno definitivamente nella "terra ai confini del mondo" per lasciar posto a un’intima complicità. E sono quei tocchi "morali" e rispettosi dei sentimenti dei protagonisti, quei primi piani intensi con cui si apre il film, a scolpire presenze umane esemplari. Sono quei campi lunghi e lunghissimi a descrivere i grandi spazi, a rendere palpabile la sabbia e il vento, a rendere interminabili le strade e i deserti, portando lo sguardo dello spettatore oltre la linea dell’orizzonte, oltre la cornice dello schermo.
In un mondo dove amicizia e solidarietà "non sono quotate in borsa", il regista ne riafferma con forza la necessità contro il cinismo sociale; con Salles i disperati hanno ritrovato una voce, come i poveri della vecchia Europa in Ken Loach.
Premiato a Berlino '98 come miglior film e per l'interpretazione femminile.
Candidato all'Oscar '99 per il miglior film straniero e la migliore attrice protagonista.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (2 Commenti, 100% gradimento) elygraz 7 Marzo 2012 ore 23:34
voto al film:   8,5

Bellissimo film, coinvolgente e emozionante
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