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La giovane Rosetta viene licenziata e a nulla serve la sua reazione a questa decisione. Alla ragazza non resta altro che tornare al campeggio della periferia dove abita con la mamma, donna debole e dedita all'alcol. Per mettere insieme qualche soldo Rosetta vende vestiti fino a quando non trova un altro lavoro. Quando la mamma fugge la figlia si rifugia da Rigaud che lavora con lei. Il giorno dopo al panificio Rosetta perde il posto. |
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"Ti chiami Rosetta; mi chiamo Rosetta. Hai trovato un lavoro; ho trovato un lavoro. Hai una vita normale; ho una vita normale. Non cadrai nel buco. Non cadrò nel buco..."
"Rosetta" nasce per non lasciare indifferenti. Non tanto per la sua forma: un Ken Loach più rabbioso e meno ironico, cinepresa in spalla, ostinata determinazione della sua indimenticabile protagonista. Ma al contrario perché sfugge ai limiti del realismo. Per l'attenzione di una sceneggiatura e una regia costruite al gesto ed all'oggetto quotidiano; il modo di indagare nello sguardo sfuggente di Rosetta come nel significato di un grembiule annodato dietro la schiena. Di frugare nel reale per ricavarne dei segni quanto simbolici ed eterni: camminare, correre, scavare, sprofondare, ascoltare, nutrirsi, faticare.
La più sfruttata delle condizioni di lavoratore può diventare ancora un'impresa disperata. Più disperata della sopravvivenza stessa. E allora Rosetta si "aggrappa" a quell'idea di lavoro, a quella esigenza di normalità e di continuità con la disperazione di un animale ferito.
Salvarsi, divincolarsi dal buco: "Rosetta" è un grande film, ed appartiene a tutti perché ha la forza delle cose qualsiasi.
Palma d'oro a Cannes per il miglior film e per la migliore interpretazione femminile (1999). |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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7,5
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Dopo tanti anni finalmente sono riuscito a vedere "rosetta".Il cinema all'essenza direi,niente colonna sonora,poco spazio all'estetica delle inquadrature,sceneggiatura semplice,contenuti altissimi.Gran film!
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7,5
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Anche questa è una storia di emarginazione e solitudine e anche questa riguarda una ragazzina priva del conforto dei genitori, Rosetta. Rosetta con il suo bisogno di normalità privo di riferimenti, Rosetta impegnata nella lotta per una sopravvivenza dignitosa e nella gestione di una quotidianità difficile, che soccorre la madre sempre più assente e perduta, Rosetta disposta a tutto per un lavoro, anche al tradimento, Rosetta incapace persino di cogliere la mano di aiuto che umanamente le viene tesa, di percepire l'affetto sincero. Questo film, insieme a La promesse, mi ha lasciato molto. La forza dei Dardenne rimane quella di trarre da storie marginali e con poco opere di ampio respiro e immenso impatto emotivo. Commoventi alcuni passaggi come questo:”Tu sei Rosetta, io sono Rosetta. Tu hai trovato un lavoro, io ho trovato un lavoro. Tu hai un amico, io ho un amico.. Tu non cadrai in un buco nero, io non cadrò in un buco nero...”
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8
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E' stato il primo film dei dardenne che ho visto e mi ha folgorato. Semplice di basso profilo ma molto coinvolgente l'attrice poi ha un volto che non si dimentica
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News sul film “Rosetta” |
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Alphaville presenta le ultime Palme d'oro (14 Maggio 2010)
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