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Recensione: Firewall - Accesso negato

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Firewall - Accesso negato
titolo originale Firewall
nazione U.S.A.
anno 2006
regia Richard Loncraine
genere Thriller
durata 105 min.
distribuzione Warner Bros
cast H. Ford (Jack Williams) • P. Bettany (Bill Cox) • V. Madsen (Beth Stanfield) • M. Rajskub (Janet Stone) • R. Patrick (Gary Mitchell)
sceneggiatura J. Forte
musiche A. Silvestri
fotografia M. Pontecorvo
montaggio J. Page
uscita nelle sale 28 Aprile 2006
media voti redazione
Firewall - Accesso negato Trama del film
Jack Stanfield, specialista di sistemi di sicurezza informatici per le banche, lavora per la Landrock Pacific Bank di Seattle. E' un funzionario di alto livello che gli permette uno stile di vita confortevole con la moglie Beth. Bill Cox sta studiando Jack e la sua famiglia da un anno per costringerlo, sotto la minaccia di fare del male ai suoi cari, a derubare la propria banca per conto suo.
Recensione “Firewall - Accesso negato”
a cura di Francesco Alfani  (voto: 4,5)
La difficoltà, per Hollywood, di innovare dall’interno i generi cinematografici usandoli in chiave strumentale rispetto all’obiettivo primario che l’arte filmica dovrebbe porsi, ossia l’originalità creativa, è evidente in questo film thriller/d’azione lento, prevedibile e pervaso da un fastidioso senso di déjà-vu. Nel caso specifico siamo di fronte allo schema del padre di famiglia che per salvare i propri cari in pericolo è costretto a cedere al ricatto del cattivo, il padre di famiglia essendo un invecchiato Harrison Ford (che però, accenniamolo di passaggio, ha girato tutte le scene d’azione senza controfigura, dimostrando di avere ancora il physique du role per personaggi del genere), alias Jack Stanfield, con moglie, figlio, figlia e (uff!) cane a carico, costretto a violare la sicurezza della banca presso cui lavora per trasferire i fondi in essa conservati nei conti alle isole Cayman del superladro di turno (e qui il pubblico italiano avrà la prima impressione di aver già visto e sentito la vicenda, anche se non in ambito cinematografico). La novità sta solo nel modo in cui questi soldi vengono rubati: cambiano i tempi e le tecnologie, per cui alla mascherina nera e al sacco di tela si sostituiscono codici binari, terminali informatici e i-pod. Per il resto, tutto vecchio: il rapitore dal cuore tenero angosciato dai rimorsi di coscienza, quello spietato-che-però-ride-davanti-ai-Flinstones col piccolo Andy, la segretaria zitella e “sfigata” di Jack che saprà alla fine rivelarsi aiuto prezioso, eccetera eccetera. In tale mare magnum si perdono alcuni spunti della sceneggiatura che si sarebbero potuti sfruttare meglio (per esempio il modo ingegnoso con cui Paul Bettany, alias Bill, cerca di incastrare Jack) e pure le capacità recitative di discreta parte del cast (almeno Ford, Bettany e Virginia Madsen). La regia di Richard Loncraine, a quanto pare un regista di lungo corso, è sostanzialmente anonima e non spicca mai il volo. Il momento teoricamente più drammatico del film, cioè l’irruzione nella casa e il sequestro della famiglia, è incomprensibilmente attenuato da un montaggio che la alterna alle immagini della cena di lavoro di Jack, annacquando inevitabilmente la tensione che si vorrebbe creare; il finale è un happy end più tiepido del solito. Negli anni delle telecamere piazzate ovunque, i rapitori, che sono ben cinque, non sanno far meglio che usare un circuito video per tenere sott’occhio le quattro stanze della villa degli Stanfield; che sia una sciocchezza lo sa anche lo sceneggiatore, visto che a metà del film i protagonisti riescono quasi a liberarsi. Molti, nella sala, lo hanno sperato.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (19 Commenti, 0% gradimento) Trinity 20 Maggio 2016 ore 23:12
voto al film:   5

Utente di Base (14 Commenti, 71% gradimento) Fortran77 6 Settembre 2012 ore 14:07
Un film che è come un algoritmo, un processo di elaborazione di 'dati narrativi' in cui le uniche variabili sono le situazioni esteriori: i personaggi, invece, rimangono interiormente costanti, monolitici, esenti da dubbi e angosce circa la giustizia del loro operato (esemplare l'anaffettività criminale con cui Jack uccide i suoi nemici). Ne risulta una pellicola incapace di regalare emozioni autentiche, costringendo lo spettatore nel recinto di una sterile epoché. Fa eccezione (ma il ruolo è marginale) il tecnico informatico dei "cattivi" (forse il solo eroe tragico della fiction), che pagherà con la vita la propria 'colpevole compassione' per le vittime.
Utente di Base (3 Commenti, 66% gradimento) Epo11 1 Dicembre 2011 ore 14:39
voto al film:   5,5

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