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Una storia molto bella cadenzata da tre trimestri scolastici, dalle stagioni e dai paesaggi montani francesi che si trasformano ciclicamente. Questi tre trimestri di scuola diventano il ciclo di una vita, fatti di amore, violenza, amicizia, odio, crudeltà, Gioia, vita e morte. Il regista va a fondo con un taglio quasi documentaristico e molto realistico nella vicende dei personaggi e racconta dei disagi che in qualche modo tutti noi seppur in misura diversa abbiamo vissuto nel passaggio dalla adolescenza alla vita adulta. Le tematiche sono parecchie, il film sembra volutamente toccare tanti aspetti senza approfondirli troppo o darci delle risposte, in modo da farci uscire dal cinema con tanti spunti di riflessione. Sicuramente consigliato (sopratutto a chi lavora con gli adolescenti)
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7
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Si va al cinema credendo di assistere a scene violente, ché il film pare parli di bullismo, ed è vietato ai minori di 14 anni; ma man mano che scorrono le scene di un'opera ben fatta e piena di speranza (palpabile la Sciamma a livello di scrittura), si capisce che quel divieto è posto perché, invero, la pellicola narra di un amore omosessuale tra due diciassettenni (e un paio di sequenze, dunque, ad "alto rischio"). Sono allibito: esattamente come quando scoprii che la CEI boicottò l'ottimo "Weekend" di A. Haigh; o come quando pensai che fosse daltonico l'addetto ai bollini della TV, il quale ne aveva scelto uno rosso, di bollino, per l'innocuo "Le fati ignoranti" di Ozpetek. Così, retoricamente, mi chiedo il motivo per il quale, a suo tempo, non venne censurato agli under-14 anche il vomitevole "Tre metri sopra il cielo".
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7,5
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