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Recensione: Terkel in trouble

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Terkel in trouble
titolo originale Terkel i knibe
nazione Danimarca
anno 2004
regia Stefan FjeldmarkKresten VestbjergThorbjørn Christoffersen
genere Animazione
durata 77 min.
distribuzione Moviemax
sceneggiatura M. Heeno
musiche B. Bo
montaggio M. Wichmann AndersenP. RisagerM. Ryelund
uscita nelle sale 7 Aprile 2006
media voti redazione
Terkel in trouble Trama del film
Terkel, studente di prima media, si trova alle prese con una serie di disavventure scolastiche e familiari: i soprusi dei bulletti della scuola, un padre troppo severo, una madre ansiosa, lo zio alcolizzato. Il tutto si complica dopo che una sua compagna di scuola si è gettata da una finestra per colpa sua. Solo il nuovo insegnante sembra in grado di aiutarlo...
Recensione “Terkel in trouble”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 6,5)
La vita è un incubo!
Con un’irriverenza sorprendente, nonostante la ‘liberalizzazione’ degli ultimi anni sulla scia dei vari Simpson e South Park, Terkel i knibe (“knibe” potrebbe essere tradotto come “horror”) punta al colpo grosso, divertire senza passare indifferente.
La satira nella rappresentazione dei rapporti tra i personaggi è pungente: adolescenti ‘buoni’ e ‘cattivi’, genitori disinteressati, generazioni incapaci di entrare in contatto – la realtà è radicata in questo film più di quanto ci si possa aspettare prima di vederlo.
Senza essere un attacco preciso a determinati aspetti della società odierna, Terkel li rappresenta in chiave grottesca ma le conseguenze non sono verosimili, sono vere. La crudeltà dei bambini non è una scoperta recente, ma un dato di fatto quasi sempre sottovalutato; i traumi maggiori, a livello psicologico, nascono sempre in età adolescenziale nel rapporto con i compagni di scuola o con i genitori; questi ultimi, infine, troppe volte dimostrano di non essere in grado di comunicare con una generazione lontana anni luce, ma che hanno il dovere di comprendere ed indirizzare.
Tra psicopatici e bulletti, smorfiosette e ciccione, ed un velo splatter che ricopre il tutto, Terkel in trouble non solo evita il rischio di risultare noioso, ma nasconde il messaggio di disagio dietro 77 minuti di risate e neanche mezzo di riflessione (che subentra solo alla fine, quando le luci si riaccendono). Il ritmo è incalzante, le situazioni si susseguono introdotte da Arne, il narratore, che compare nelle vesti più impensabili per tutta la durata del film. Attorno a Terkel, il protagonista, undicenne, il mondo viaggia a velocità diverse, dalla frenesia dei compagni di classe alle riflessività degli insegnanti, fino alla staticità dei genitori. La situazione di partenza è una canonica sofferenza giovanile, con offese gratuite, bullismo e filosofia spicciola: la sterzata, con il giallo delle minacce fino alla resa dei conti finale, arriva quando Terkel, sedendosi, uccide per sbaglio un ragno...
Un film difficile, in sostanza, ma adatto tanto agli adulti quanto ai più piccoli; in Italia arriva dopo quasi due anni, ma per la natura intrinseca del prodotto, assieme al doppiaggio ad opera, tra gli altri, di Elio e le Storie Tese, Lella Costa e Claudio Bisio, la fortuna è assicurata.
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