Recensione: La felicità è un sistema complesso

Una bella boccata d'ossigeno nell'asfittico panorama del cinema italiano. Interpretazione notevole di Mastandrea, abile nel giocare su più registri, così come la regia di Zanasi, che segue un percorso tutto suo, ma sempre legato alle emozioni dei singoli personaggi (ottimi anche gli altri attori). Ho letto recensioni contrastanti su questo film, ma il "segreto" sta nel farsi prendere per mano, guardando al futuro prossimo venturo con uno sguardo di speranza, nonostante i problemi che incombono e che non vengono affatto sottaciuti - anche se viene privilegiato un tono, solo in apparenza, leggero. Mi ha fatto venire voglia di tornare a vederlo e questo di solito è un buon segno. Un film "libero" da lacci e idee preconfezionate, come capita ormai raramente di trovare.

Il gruppo è lo stesso di Non pensarci, ma il risultato di gran lunga inferiore. Colpa di una sceneggiatura sfilacciata e incoerente, di un uso invasivo della colonna sonora, dell'incertezza di fondo tra commedia e film di denuncia. C'è qualche spunto interessante, c'è qualche scena riuscita, c'è un sempre apprezzabile Valerio Mastrandrea, ma rimane l'insoddisfazione di fondo per un'occasione mancata. Battiston invece non emerge, per colpa di un personaggio abbastanza inutile e mal caratterizzato: peccato.