|
|
Ultimi commenti e voti |
|
|
|
|
|
|
|
|
4,5
|
|
|
|
|
Insopportabilmente pedante, storicamente scorretto, visivamente a tratti ridicolo. Verbosissimo nonostante il soggetto si prestasse a fare delle immagini il centro dell'opera. Non è poesia e nemmeno saggio storico, ma la solita (e ormai noiosa) tiritera che dipinge il nazismo come il supremo dei mali; reo in questo caso di aver messo a repentaglio per ignoranza le meraviglie dell'Hermitage e per ingordigia quelle del Louvre. Il tutto imbastito con uno sperimentalismo da quattro soldi del quale sembrava capace solo il peggior Greenaway. Sfido sinceramente che lo si voglia rivedere con un qualche interesse. Sokurov è ahimè il prodotto di certa critica che sogna che dalla Russia ci arrivi un nuovo Tarkovskij, ed è incapace di ammettere che tra i due c'è un abisso intellettuale. Una critica che scambia una certa allure autorale come le stimmate del genio, mentre, gratta gratta, sotto la superficie non c'è quasi niente.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
|
|
|
|
Ennesimo capo d'opera del maestro russo: sublime e complessa riflessione sul rapporto tra arte e potere, commossa elegia alla bellezza immortale della pittura, amara denuncia delle meschine ambizioni dei governanti. Non tutti i momenti del film sono ugualmente riusciti, ma le parti migliori sono da pelle d'oca, ed entrano di diritto nella storia della settima arte. Da non perdere per chi ha amato Arca russa e in generale la filmografia, sempre sospesa tra poesia e saggio, di Sokurov.
|
|
|
|
|
|
|
|