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Negli uffici della direzione generale di una grande banca, Mancini, su commissione di un losco uomo d'affari, deve posizionare una bomba per distruggere così alcuni importanti documenti troppo scomodi per lui. Camuffato da uomo delle pulizie e con la bomba collegata a un timer, Mancini, però, rimane bloccato in ascensore insieme a due ignari impiegati che stanno per tornare a casa dopo il lavoro. Intanto all'esterno dell'edificio, Pittana e Borgia, i suoi due complici, dovrebbero tenere sotto controllo la situazione ma, in una corsa contro il tempo, Mancini comincia a rendersi conto che forse non lo stanno aiutando come dovrebbero... |
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"Registro elettrico."
Tre persone bloccate dentro un ascensore con una bomba ad orologeria. Sono due impiegati d'ufficio ignari e un addetto alle pulizie che in realtà è un criminale camuffato. Ha il compito di piazzare la bomba, ma non sa disinnescarla.
Una situazione 'limite', lo spazio ristretto e una telecamera fissa, sono la scheggia impazzita e deviante della realtà in cui le qualità speciali e diversificanti del nero 'noir', mettono in immagini un mondo di segni (e i segni di un mondo) che rappresentano l'impossibilità di mettere le cose in ordine, di recuperare l'ordine: perchè non c'è.
Incisivi nel confondere le trame, nell'intrecciare descrizioni di caratteri, ambienti, debolezze, delitti, l'abilità dei Manetti Bros. sta perciò nella capacità di proiettare lo spettatore nello stesso ostile universo nero, confuso e disperato nel quale i protagonisti privilegiano l'introspezione; un universo (di matrice americana) dove i personaggi sono veri e propri modelli stereotipati di 'comportamento', che trovano la loro naturale collocazione nel tessuto metropolitano.
I fratelli Marco e Antonio Manetti vengono da un passato da videoclip e si vede, ma le 'contaminazioni' fra diversi linguaggi cinematografici - la parte iniziale è decisamente tarantiniana - e mondi espressivi tipici del gangster movie, fra flashback e montaggio ritmato (in digitale), sono la 'vitalità' stessa di una pellicola che brilla per la sua costruzione logica mirata a non travalicare mai lo spazio della narrazione, 'sfaccettata' parallelamente al trascorrere del tempo e al countdown del timer. Perchè "Piano 17" è un thriller 'vitale', un noir melting-pop suburbano, notturno, elettrico e corale, che compie una propria autoaffermazione nel cinema italiano, dimostrando molta professionalità e più di qualche buona idea.
Premio del pubblico al Courmayeur Noir in Festival 2005. |
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