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Non c'è speranza, non ci sono passioni, non esistono desideri. Anche quelli sessuali sono per lo più sbiaditi o solo immaginati, anche la ricerca dell'amore, che sembra ad un tratto fare capolino, è destinata a fallire. Ad un'opera prima si tende a concedere qualche sbavatura, e qui se ne possono riscontrare diverse; che comunque non alterano nel complesso il risultato che l'autore voleva raggiungere. Non mi pare fosse interessato ad un'indagine sociologica sui giovani sardi, piuttosto voleva rappresentare un tipo umano che ricordasse molto da vicino "Lo straniero" di Camus, rappresentante di quel filone nella letteratura come al cinema di un'umanità senza direzione, smarrita, impermeabile, anaffettiva. Nota di merito all'interprete del padre (misurato e di grande talento) e alle scelte musicali con l'imperversare dello splendido intermezzo di "Cavalleria rusticana" per piano che veste le sequenze più riuscite.
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