Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Perfidia

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Perfidia
titolo originale Perfidia
nazione Italia
anno 2014
regia Bonifacio Angius
genere Drammatico / Grottesco
durata 103 min.
distribuzione Movie Factory
cast S. Deffenu (Angelo) • M. Olivieri (Peppino) • A. Gazale (Danilo) • D. Montixi (Domenico) • A. Carboni (Fabio) • N. Medas
sceneggiatura B. AngiusM. AccardiF. Bonfanti
musiche C. Doneddu
fotografia P. Castijon
montaggio T. Gallone
uscita nelle sale 27 Novembre 2014
media voti redazione
Perfidia Trama del film
Angelo e Peppino sono padre e figlio. Sconvolti da una tragedia i due sono molto lontani emotivamente ma proprio questa distanza aumenta il loro dolore.
Scheda a cura di Rosario Sparti










Non si tratta solo dell’ennesimo squallido ritratto della vita di provincia, la pellicola è la radiografia di un mondo arrivato al capolinea. Un universo popolato da disoccupazione, clientelismo, solitudine, in cui il desiderio più alto è quello di una vita mediocre. "Perfidia" ci restituisce un nitido spaccato dell’oggi che atterrisce e sgomenta per la terrificante somiglianza, seppur a tratti deformata dalla lente del grottesco, con la realtà quotidiana.
REGIA - SCENEGGIATURA - IMPEGNO - POETICITÀ
RITMO
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Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (1 Commento, 0% gradimento) marcus14 14 Luglio 2015 ore 01:37
voto al film:   7

Medaglia d'Argento (164 Commenti, 65% gradimento) Clavius Medaglia d'Argento 27 Gennaio 2015 ore 00:37
1
voto al film:   6,5

Non c'è speranza, non ci sono passioni, non esistono desideri. Anche quelli sessuali sono per lo più sbiaditi o solo immaginati, anche la ricerca dell'amore, che sembra ad un tratto fare capolino, è destinata a fallire. Ad un'opera prima si tende a concedere qualche sbavatura, e qui se ne possono riscontrare diverse; che comunque non alterano nel complesso il risultato che l'autore voleva raggiungere. Non mi pare fosse interessato ad un'indagine sociologica sui giovani sardi, piuttosto voleva rappresentare un tipo umano che ricordasse molto da vicino "Lo straniero" di Camus, rappresentante di quel filone nella letteratura come al cinema di un'umanità senza direzione, smarrita, impermeabile, anaffettiva. Nota di merito all'interprete del padre (misurato e di grande talento) e alle scelte musicali con l'imperversare dello splendido intermezzo di "Cavalleria rusticana" per piano che veste le sequenze più riuscite.
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