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Michele ha tredici anni e vive a Trieste con la madre. Innamorato della compagna di classe Anna è tormentato da una coppia di bulli. La sua vita cambia totalmente quando una mattina si sveglia e scopre di essere invisibile. Dietro il suo nuovo potere, però, si nasconde un grande pericolo che minaccia anche la sua famiglia i suoi amici. |
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Salvatores adatta la cultura pop americana - fumetti e supereroi - alla realtà italiana e l'operazione è indubbiamente accattivante. La voglia di non prendersi troppo sul serio, però, fa scivolare l'operazione verso il divertissement a danno del coinvolgimento dello spettatore, già vessato da intepretazioni largamente insufficienti. |
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REGIA - SCENOGRAFIA | |
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RITMO - ORIGINALITÀ - HUMOUR | |
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TENSIONE |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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5,5
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6
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Lodevole il coraggio di Salvatores ad avventurarsi in temi così lontani dalla classica produzione italiana. Il risultato è soddisfacente dal punto di vista della sceneggiatura e della scenografia, ma assolutamente deficitario per quanto riguarda la prova - e la credibilità - degli attori bambini, fra i quali si salva solo il protagonista. Il voto è un premio all'originalità della storia e alla curiosità che ho di vederne il seguito.
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5
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5
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6,5
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Pensavo che l'invisibilità dichiarata nel titolo fosse una metafora e che il film fosse una riflessione sulla ricerca dell apropria identità nell'adolescenza. Chissà perché, mi ero fatto l'idea di un film tipo "Il ragazzo dai capelli verdi". In effetti, all'inizio la cosa parte bene, ma quando entrano in campo i servizi segreti russi ... La metafora si squaglia e si finisce in un fantasy delirante ... Devo comunque ammettere che la storia è costellata di personaggi e situazioni divertenti, basta non prenderle sul serio (come purtroppo faccio sempre io). Comunque è una scivolata di Salvatores verso il successo facile, forse un "cinepanettoncino".
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5
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5
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Funziona bene come drammatico italiano, bella la regia e le interpretazioni (anche la fotografia è lodevole). Non si capisce perchè vi sia l'elemento del fantastico.
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9
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Dunque il vero superpotere e i veri supereroi per l'autore sono i pochi capaci di dimenticare tutte le loro doti speciali esecitandone una sola... l'abile comprensione del prossimo per vincere la paura dell'altro ed avvicinarlo a se. Questo dunque il meraviglioso messaggio conclusivo di un film assai difficilmente prevedibile nelle sue dinamiche narrative e la sua dosata regia. Bravissimi gli attori e soprattutto... i giovani attori. Fantastico ed ammiccante il backstage finale sui titoli di coda!
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9
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Laddove ciascuno di loro spesso rappresenta nella sua giovane esistenza semplicemente una proiezione dei desideri irrealizzati dei genitori (siano essi mancati campioni di tennis o ballerine!). Al contrario dei classici supereroi della Marvel, il giovane scopre prima gli handycaps derivanti dalla sua particolare condizione e successivamente i benefici che ne derivano. Buffa la sorellina (in quell'età in cui si cominciano a sfatare i miti infantili!), quando si pone tutte quelle piccole domande! Proprio quelle che il mondo dei fumetti suscitò in tutti noi allorchè cominciavamo a distaccarci da essi. Domande senza una risposta plausibile, ma inconfondibili segnali di crescita. E' vero il film è una continua citazione di elementi di genere fantastico, ma essi sono strumentali ad un'ampia allegoria della realtà attuale del disadattamento giovanile e della incapacità degli adulti a comprenderlo.
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9
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Non è la prima volta che vado al cinema senza aver letto una riga di recensione prima di entrare in sala per mantenere la mia obiettività di giudizio. Volevo risolvere in me un doppio interrogativo: 1) Perchè un nostrano regista narrativo si fosse impegnato in un film il cui titolo evocava le americanissime trasposizioni cinematografiche dei fumetti marvel? 2) Avrei visto in questo film quegli "effetti speciali" che rendono ormai così particolare la grande sala rispetto al piccolo schermo? Ebbene si! Il fim è una raffinata allegoria del nostro tempo, non priva di azione, suspence ed effetti speciali! Film che accosta Salvatores alla fantasiosa regia di alcuni film di Ozpetec (come in "Cuore Sacro" in cui ben definite località della nostra Italia glissano in surreali allegorie).Esso evolve dalla semplice descrizione della vita di un ragazzo oppresso dall'attualissimo fenomeno del bullismo scolastico, descrivendo le difficoltà di comunicazione dei ragazzi tra di loro e con gli adulti.
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