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Ultimi commenti e voti |
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5,5
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6,5
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Ammetto che il voto è in parte influenzato dalla conoscenza di Olmi. Si respira la sua poesia, e questo certe volte è sufficiente, a confronto di tanta mediocrità. Certo il film ha scelto di evidenziare la potenza delle emozioni, facendosi esile nella trama, forse troppo.
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8,5
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Emozionante, profondo, onesto: alla fine del film senti il freddo nelle ossa, la paura e la follia che hanno vissuto quei ragazzi cento anni fa e ti poni le stesse domande che si pongono loro: se c'è (se c'era), dove si è nascosto Dio ? e poi, la fotografia, il suono, il montaggio, gli attori: tutti eccellenti. Non ho letto il libro e concordo con Ale84 solo per il commento sull'incendio del larice: in effetti è l'unico momento che convince poco.
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6,5
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7
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Olmi è un regista che si ostina ad essere anacronistico. La sua poetica, il suo stile, le storie che racconta non sembrano essere mai al passo coi tempi, non sembrano mai incontrare i favori del gusto corrente, della moda imperante. Per questo anche questo suo ultimo film a tratti sembra ergersi, rispetto alla produzione contemporanea, in maniera quasi monumentale. Vuoi per gusto estetico, vuoi per gli intenti poetici, vuoi perché riesce a mettere sempre l'uomo al centro della sua narrazione, sta di fatto che sembra un oggetto proveniente da un altro pianeta. Raccontare la prima guerra mondiale (spartiacque della storia contemporanea) è un'impresa. Ma il saggio Olmi rievoca senza alcun afflato epico quella tragedia. Lo fa con grazia e tocco leggero. Lo fa da maestro del cinema. Lo fa rievocando tutto attraverso la sospensione, l'attesa. E ricordandoci saggiamente che delle gesta degli uomini (anche delle più cruente e drammatiche) non resterà nulla. Un giorno torneranno i prati.
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5
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Concordo pienamente con la recensione di ale84, da Olmi mi aspettavo molto di più. Il film è privo di pathos e tensione, lento e solo in parte rende l'idea della vita di trincea. Non pretendevo certo un film di guerra spettacolare ma così è davvero troppo poco...
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5
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Olmi con le sue ultime fatiche dà l'impressione che avrebbe fatto bene a non ricredersi e a concludere la sua carriera con "Centochiodi" come aveva annunciato. Questo "Torneranno i prati" è un film tanto nobile negli intenti quanto sbagliato nella realizzazione: fiacco, privo di tensione drammatica, recitato in maniera imbarazzante da attori televisivi assolutamente incapaci. Sarà forse utile per fare capire a qualche studentello imberbe cos'era la vita in trincea, ma per un buon film sulla prima guerra mondiale rimandiamo a "Orizzonti di gloria" o a "Uomini contro" o ai più recenti "Joyeux Noel" o "Una lunga domenica di passioni". Se si rilegge lo splendido racconto di De Roberto (La paura) a cui il film è ispirato, il confronto è semplicemente impietoso. (si consiglia inoltre un bravo psicologo per spiegare l'inspiegabile accensione del larice in una delle scene peggiori del film).
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