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Recensione: Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

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Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza
titolo originale En duva satt pa en gren och funderade pa tillvaron
nazione Svezia / Germania / Norvegia / Francia
anno 2014
regia Roy Andersson
genere Drammatico
durata 101 min.
distribuzione Lucky Red Distribuzione
cast N. Westblom (Sam) • H. Andersson (Jonathan)
sceneggiatura R. Andersson
fotografia I. BorbásG. Pálos
montaggio A. Strauss
uscita nelle sale 19 Febbraio 2015
media voti redazione
Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza Trama del film
In un non precisato paesaggio occidentale, un venditore e un ritardato mentale intraprendono un viaggio. Un percorso fatto di incontri e situazioni inaspettate, che diventano strumento per offrire un punto di vista originale sulla società attuale, caratterizzata dalla supremazia della vanità.
Scheda a cura di Rosario Sparti










39 piani-sequenza a camera fissa. 39 stanze di ordinario surrealismo. 39 vignette di umorismo nerissimo. 39 coltellate all’uomo moderno. Realtà e astrazione s’incontrano ancora una volta nel cinema di Andersson, che chiude la trilogia su "cosa vuol dire essere un essere umano" mostrandoci un’umanità disperata, prossima ad avvicinarsi alla fine con spirito rassegnato, riuscendo a trovare conforto solo nei ricordi del passato o in qualche scherzo di Carnevale.
REGIA - ORIGINALITÀ - POETICITÀ - HUMOUR
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Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (53 Commenti, 41% gradimento) Attila Medaglia di Bronzo 8 Gennaio 2016 ore 20:54
voto al film:   9

Medaglia d'Argento (154 Commenti, 73% gradimento) Zurlistuta Medaglia d'Argento 16 Settembre 2015 ore 04:15
voto al film:   6,5

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) Marcolino93 15 Settembre 2015 ore 17:00
voto al film:   7

Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) charlie91 9 Giugno 2015 ore 15:02
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (273 Commenti, 64% gradimento) anzianzi Medaglia d'Oro 2 Aprile 2015 ore 09:31
voto al film:   7

Medaglia di Bronzo (72 Commenti, 75% gradimento) yanquiuxo Medaglia di Bronzo 15 Marzo 2015 ore 11:30
voto al film:   8

Utente di Base (6 Commenti, 0% gradimento) bergman 27 Febbraio 2015 ore 20:32
3 3
voto al film:   9

capolavoro assoluto...Roy Andersson vince meritatamente a Venezia con un film sublime, che nel suo totale rifiuto narrativo offre uno sguardo struggente ed impietoso sull'umanità dolente...la conclusione della trilogia Anderssoniana (che dovrebbe avere un seguito in un "quarto" capitolo, sono parole dell'Autore) offre allo spettatore l'enormità del messaggio unito all'alto magistero della tecnica pittorica, riuscendo a fondere significante e significato in una sintesi mirabile...se proprio non si vuole resistere alla tentazione di cogliere suggestioni interpretative, si potrebbe tentare un accostamento morale a Bergman ed uno stilistico a Kaurismaki...ma sono vuoti esercizi di stile di fronte ad un'Opera immensa, dolente e ironica...
Medaglia d'Oro (320 Commenti, 66% gradimento) AlessioRocco Medaglia d'Oro 26 Febbraio 2015 ore 20:48
1
voto al film:   6,5

Spettatori curiosi e vogliosi di sperimentare, fatevi avanti. Apparentemente fondato più sulla costruzione fotografica dell'immagine che sui contenuti narrativi, è in realtà una commedia nera con diverse cose da dire. Lo svedese Roy Andersson tocca corde inconsuete, e la fruizione potrebbe risultarvi un po' ostica.
Medaglia di Bronzo (65 Commenti, 65% gradimento) priMario Medaglia di Bronzo 26 Febbraio 2015 ore 16:11
5 1
voto al film:   7

Diciamolo subito: non è cinema d'intrattenimento. Come piccioni su un ramo, assistiamo alle cartoline animate di Anderson che asciuga la moderna esistenza alla quintessenza, ovvero, al vuoto: luoghi comuni, frasi fatte e situazioni stereotipate. Personaggi impersonali, che dialogano sul nulla ci mostrano la perdita dell'"essere un essere umano" e, quando qualcuno talvolta prova a interrogarsi sulla problematiche dell'esistenza, gli viene risposto, ad esempio, che è tardi e bisogna andare a dormire. Probabilmente il regista individua nel linguaggio verbale e nei contesti sociali standardizzati la causa della perdita dell'umanità: basti pensare che solo nelle brevissime immagini fuori contesto e senza dialoghi [un uomo che fuma alla finestra, la giovane coppia sulla spiaggia] riscopriamo la poesia della vita.
Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 24 Febbraio 2015 ore 17:18
3 1
voto al film:   7

Figure algide,personaggi svuotati di interiorità, ridotti a caricature di se stessi;storia surreale che rifugge da tutti gli schemi e disorienta per la frammentarietà; brandelli di vita senza nessi causali/temporali tenuti insieme da un esile filo narrativo; ambienti che come quadri di Hopper sottolineano la solitudine,la desolazione,l’incomunicabilità dell’essere umano,la ripetitività delle sue azioni prive di significato.A tale visione fanno da contrappunto, creando un effetto comico/grottesco, la musica di sottofondo e l’uso di un linguaggio convenzionale(“sono felice di sapere che state tutti bene”è una frase che attraversa tutto il film;la maschera di zio Dentone, il sacchetto di finte risate sono oggetti inutili da vendere per divertire la gente),innescando il passaggio di registro dalla tragedia alla farsa.Con un’idea di base originale e ben congegnata all’inizio il film parte alla grande ma il tono rimane monocorde girando sempre intorno allo stesso tema senza progressione

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