Operazione rischiosissima, sulla falsariga di numerosi fallimenti passati: un attore/autore teatrale porta sul grande schermo la sua pièce di maggior successo, facendo tutto da solo (regia, sceneggiatura, attore in 2 ruoli) e mantenendo il cordone ombelicale con il palco, riferimento costante in una trasposizione atipica. Operazione perfettamente riuscita: diverte, sorprende, fa riflettere, non stanca mai. |
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Ultimi commenti e voti |
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Che ventata di freschezza e di originalità! Una commedia diversa e intelligente, capace di toccare temi scabrosi senza mai cadere nella volgarità o negli stereotipi. I fuochi di artificio si susseguono, e alcune battute sono tra le migliori viste negli ultimi anni, perché capaci di alternare comicità fisica, linguistica, di situazione. Eppure dietro alle risate che esplodono numerose si avverte qualcosa di più profondo e di più inquietante, che rende questa opera prima qualcosa di più di un semplice divertissement. Da vedere.
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D'accordo la ricerca della identità (sessuale) di una persona, però ristabiliamo degli assunti cardine: 1. tutti i gay sono uomini; 2. solo una parte dei gay ha atteggiamenti effemminati; 3. nessun gay sogna di essere una donna, e tanto meno sua madre (leggasi trans-gender). La commedia è brillante ed arguta, ma la superficialità e la leggerezza con cui vengono affrontati passaggi delicati lasciano trasparire una "morale" deprimente, e vagamente omofoba (pur chiaramente non avendolo come intento). Il percorso verso la scoperta della propria identità (in particolare sessuale) è rappresentato tramite una serie di cliché e caricature che riescono a strappare il sorriso, ma che - nel mio caso - ho fatto difficoltà a trovare credibili e/o verosimili.
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Mi unisco a Society: non si può ridurre il film a una semplice commedia! Vi è molto più di quanto a prima vista non sembri in questa composizione spassosa, solidamente strutturata, ben recitata, sincera e commovente, continuamente in bilico tra teatro e cinema. Che si sdipana attraverso un filo sottile molto cerebrale, quello dell'introspezione psicologica. Il desiderio di compiacere la madre e soddisfarne le più intime aspettativa spinge il protagonista in un originale percorso di formazione. Dietro il tono effervescente -e a tratti irresistibilmente comico- affiora una limitata autostima, una scarsa fiducia in sè, un bisogno di essere accettati a tutti i costi, anche illudendosi di diventare ciò che non si è. Sarà la psicoanalisi a districare il complicato groviglio interiore fino al disvelamento finale. Dedicato a tutte le madri!
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8
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“Diverte, sorprende, fa riflettere, non stanca mai.”. In piena sintonia, e complimenti per la sintesi [a proposito, dopo la visione sono andato a leggere un paio di recensioni (lo faccio di rado), e sono rimasto allibito. Ma quanto hanno da scrivere ogni volta… ho trovato tutta la trama del film, anche un accenno al finale. Ma roba da matti]. Non è la solita “graziosa commedia francese” (TM), è un qualcosa di diverso, un po’ più cerebrale, un po’ meno intuitivo, richiede un po’ di partecipazione nostra per districare qualche matassa psicologica, ma ciò non rende il film pesante ne’ poco fruibile. Tutt’altro, lo rende ben poco banale e, soprattutto, raro se non unico (di per se già un bel merito per quanto mi riguarda). Per me, da vedere. Essere cinefili onnivori premia, spesso e volentieri.
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