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Chiuse all’interno delle loro macchine, due donne si affrontano in un duello muto È una domenica pomeriggio. Lo scirocco soffia senza pietà su Palermo quando Rosa e Clara, si perdono nelle strade della città e finiscono in una specie di budello: Via Castellana Bandiera. Nello stesso momento, un’altra macchina guidata da Samira, dentro la quale si ammassa la famiglia Calafiore, arriva in senso contrario e penetra nella stessa strada. Né Rosa al volante della sua Multipla, né Samira, donna antica e testarda al volante della sua Punto, intendono cedere il passo l’una all’altra, mentre la famiglia Calafiore rientra all’interno della palazzina abusiva nella quale abita e prepara, con la complicità della gente del quartiere, una scommessa su chi tra le due donne terrà la sua posizione più a lungo. |
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Rigore e determinazione sono i pilastri di un'opera prima folgorante che, sia pur indugiando a tratti nel compiacimento intellettuale e in qualche manierismo di troppo, non perde mai la strada. Una regia già matura prende per mano lo spettatore e lo conduce a uno dei finali più forti visti negli ultimi anni in Italia. Rigorosamente vietato alzarsi prima della fine dei titoli di coda. |
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REGIA - MONTAGGIO - RITMO - ORIGINALITÀ | |
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SCENEGGIATURA - TENSIONE - EFFETTI SONORI | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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6
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5,5
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Pretenzioso e noioso.
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7
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e brava Emma Dante, sa fare anche il cinema, anche se fa partire il suo film stretto stretto e poi lo allarga e lo modifica pian piano fino a dichiararlo apertamente, che alle quinte teatrali e alle luci di scena non sa rinunciare. non solo uno dei pochi film italiani buoni degli ultimi tempi, ma anche una delle poche sperimentazioni di sostanza, di quelle cioè che al posto dell'autocompiacimento e dell'autoreferenzialità hanno un loro perché e un loro risultato. un risultato non ancora del tutto compiuto, ma sufficientemente affascinante e sicuramente promettente. un'altra storia del tutto, rispetto al Sacro GRAnchio preso dal suo collega.
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6,5
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6
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Emma Dante prende una metafora e ci costruisce sopra un film, dilatandola oltre l'inverosimile. I personaggi non vengono approfonditi, la trama è pressoché inesistente, e il film si impantana dopo pochi minuti come le due auto, facendo affogare lo spettatore in un oceano di noia, da cui non è facile uscire svegli. Tensione e ritmo quasi non esistono, nonostante i richiami ai duelli western che affiorano qua e là; né si capisce cosa abbia fatto la Cotta per meritarsi la coppa Volpi, visto che non apre quasi bocca, ma si limita a tenere ostinatamente un volante per quasi tutto il film. L'idea poteva essere interessante, ma meritava ben altro sviluppo; il finale risolleva un po' il tutto, ma non più di tanto. Del tutto incomprensibile, poi, è come la strada strettissima delle prime scene da circa metà film si allarghi (fino a permettere il passaggio di due, se non tre macchine) e aumenti in pendenza (nel finale sembra di essere in alta montagna)...
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