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Recensione: La quinta stagione (2012)

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La quinta stagione
titolo originale La cinquième saison
nazione Belgio
anno 2012
regia Peter BrosensJessica Woodworth
genere Drammatico
durata 93 min.
distribuzione Nomad Film
cast A. Poirier (Alice) • D. Schrevens (Thomas) • S. Louwyck (Pol) • G. Vancompernolle (Octave)
sceneggiatura P. BrosensJ. Woodworth
musiche M. Schöpping
fotografia H. Bruch Jr.
montaggio J. Woodworth
uscita nelle sale 27 Giugno 2013
media voti redazione
La quinta stagione Trama del film
In un paese rurale una misteriosa calamità sconvolge la natura: i campi non danno più frutti e gli animali muoiono lentamente. Mentre la Terra scivola in una stagione sconosciuta, né inverno né primavera, gli esseri umani si rifugiano nella superstizione e nella violenza.
Scheda a cura di Flavia D'Angelo










Gli autori hanno chiaro il tipo di film che vorrebbero realizzare, molto meno il modo di farlo evitando i passi falsi. Sviluppando una narrazione attraverso una serie di quadri quasi pittorici, senza lesinare manierismi logoranti, non risparmiano allo spettatore luoghi comuni e ripetizioni inutili. Tra cinema, teatro e documentarismo si perde il filo e a volte anche la pazienza.
FOTOGRAFIA
ORIGINALITÀ - TENSIONE
REGIA - SCENEGGIATURA - MUSICHE - RITMO - DOPPIAGGIO
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (29 Commenti, 60% gradimento) Ombra 9 Dicembre 2013 ore 13:44
voto al film:   8,5

Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 5 Novembre 2013 ore 11:37
voto al film:   7

Il film alterna scene inutili e gratuite a momenti di grande cinema; c'è una certa confusione, c'è un certo compiacimento, ma ci sono anche innegabili doti visive e visionarie. Alcune immagini si stagliano come splendidi quadri fiamminghi, usciti dalla fantasia di Bosch e di Brueghel, altre sembrano fantasie surrealiste alla Magritte o alla Delvaux (l'uomo con la gallina che apre il film), Poi c'è il discorso sul capro espiatorio, sulla superstizione, sull'odio per lo straniero e per il diverso, che pur senza toccare le vette di un Dogville o di Il vento fa il suo giro, non può non colpire lo spettatore. Forse può infastidire questo film, difficilmente può lasciare indifferenti.
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