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Ci sono molti modi per parlare della solitudine.L’esordiente regista ci conduce nell’atmosfera surreale dell’EUR in piena estate dove,tra strade deserte e luce abbagliante si muove la protagonista aggrovigliata alla propria solitudine.Nina appartiene all’alta borghesia ma trascorre l’estate curando gli animali domestici nella casa di un conoscente.Nel film non succede niente, tutto ruota intorno a lei che rappresenta il vuoto, la noia e l’indolenza della sua generazione;la ragazza si crogiola nell’ indifferenza,non persegue obiettivi se non una vaga idea di andare in Cina.Priva di contatti con l’esterno, se non con un ragazzino e un anziano insegnante; teme invece il rapporto con un coetaneo il cui incontro resterà fine a se stesso.L’atmosfera è algida, come l'urbanistica e le architetture esterne e interne. Film senza progressione, dal respiro corto,noioso, attinge qua e là da altre idee (la vespa di Moretti come in “Caro diario” o il tema dell’incomunicabilità caro a Antonioni).
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