Recensione: Viva la Libertà

Meno realistico di un Qualunquemente qualsiasi nel descrivere la realta' del nostro paese Ando' inscena lo psicodramma della sinistra italiana tra utopia e nostalgia. Di credibile resta solo la grandissima e giustamente sopra le righe prova attoriale di Toni Servillo niente affatto irritante. Irritante piuttosto risulta la realta' da cui questo impossibile leader politico che balla con la Merkel recita Brecht agli operai e fa le domande ai giornalisti vuole far fuggire un paese incapace di smettere di avere paura...

Come odiare Servillo per un esercizio di stile attoriale irritante, un film così retorico non lo si vedeva da tempo, tutto risposte pronte e frasi fatte, apoteosi nella poesia di Brecht recitata al pubblico di operai. Un elogio della pazzia di Berlusconi spacciato per speranza nella società civile, il narcisismo messo sull'altare della patria. E gli italiani ci cascano sempre in queste parodie che cementano lo status quo in un inevitabile effetto dello spirito nazionale. Il fratello folle fa rimpiangere quello fesso. Povera italia. Rivedersi Oltre il giardino di Hal Ashby per capire dove siamo finiti con questi film sull'alter ego politico tutti uguali e tutti deprimenti.