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Ostia, il lungomare di Roma, inverno. Due ragazzi di sedici anni, alle otto del mattino, rubano un motorino, fanno una rapina, e alle nove entrano a scuola. Nader e Stefano: uno è egiziano ma è nato a Roma, l’altro è italiano ed è il suo migliore amico. Anche Brigitte, la fidanzata di Nader, è italiana, ma proprio per questo i genitori del ragazzo sono contrari al loro amore. Nader allora scappa di casa. |
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Per il suo secondo lungometraggio, Giovannesi sviluppa il più interessante degli episodi di "Fratelli d'Italia": con stile documentaristico, delicato e mai banale nelle scelte, trasforma una storia fin troppo classica in un film d'autore. Sue anche le musiche, mai ridondanti, per confezionare al meglio un film che non racconta niente di nuovo ma lo fa con la freschezza che autori più navigati perdono puntualmente. |
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REGIA - SCENEGGIATURA - MUSICHE - FOTOGRAFIA - MONTAGGIO | |
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RITMO - ORIGINALITÀ - IMPEGNO | |
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Commenti del pubblico |
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Ultimi commenti e voti |
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6
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6,5
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La storia di due amici, in uno spaccato della periferia romana. Ottima l'interpretazione dei due giovani protagonisti...film da vedere.
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5,5
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*la-bas - educazione criminale.
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5,5
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Il film si apre con una rapina al supermercato a opera di due amici; segue una discussione nella famiglia musulmana di Alì sul fatto che questi abbia una ragazza italiana pur essendo egiziano. Segue la cacciata di Alì da casa e il suo girovagare insensato per le strade della città. Osservazione: ma perchè da un pò di tempo in Italia si producono films tutti vertenti sullo stesso tema, l'integrazione razziale, e, in buona sostanza tutti uguali? Cosa aggiunge questa storia a quella di "Terraferma", "Razza bastarda", "Io sono LI", "Labass" etc.? Nulla. Almeno potrebbe essere diverso il modo di raccontare la storia, più profondo o più strutturato o più introspettivo...ma non lo è. Visto uno, visti tutti
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6,5
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Giovannesi è un autore promettente e dalle notevoli potenzialità; questo Alì ha gli occhi azzurri racconta una storia bella e credibile, scevra di retorica o di moralismi, e si avvale di una notevole fotografia e di attori credibili nei loro ruoli. Purtroppo però un'eccessiva lunghezza e dispersività rendono il film faticoso, a tratti soporifero, spesso poco appassionante. Il retrogusto finale rimane buono, ma con una maggiore concisione e concentrazione (i Dardenne docent) sarebbe potuto essere un grande film.
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7,5
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Non conoscevo affatto Giovannesi ed è stata una piacevole sorpresa. Il film è uno sguardo attento e, cosa più rara, libero da pregiudizi sui giovani delle periferie e sulle difficoltà del multiculturalismo. Lo stile narrativo è quello del verismo alla Pasolini o, più recentemente, alla Mery per sempre di Risi. Ottimi gli attori (spesso nel ruolo di loro stessi) e apprezzabile la fotografia: una Ostia di inverno che ricorda un po' ad alcuni tratti la Scampia di Gomorra o gli ambienti cupi dell'Imbalsamatore. Un film da non perdere...
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7
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