Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Io e te

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Io e te
titolo originale Io e te
nazione Italia
anno 2012
regia Bernardo Bertolucci
genere Drammatico
durata 97 min.
distribuzione Medusa Film
cast T. Falco (Olivia) • J. Antinori (Lorenzo) • S. Bergamasco (Madre di Lorenzo) • V. Lazar (Nonna di Lorenzo) • T. Ragno (Ferdinando)
sceneggiatura B. BertolucciN. AmmanitiU. ContarelloF. Marciano
fotografia F. Cianchetti
montaggio J. Quadri
uscita nelle sale 25 Ottobre 2012
media voti redazione
Io e te Trama del film
Lorenzo, adolescente solitario e problematico, sceglie di passare la settimana bianca nascosto nella cantina di casa facendo credere ai genitori di essere partito con i compagni di scuola. L’arrivo della sorellastra Olivia, ribelle e con un oscuro segreto, sconvolgerà i suoi piani di fuga.
Scheda a cura di Flavia D'Angelo










Suonano false troppe battute e forzate troppe espressioni perché la reclusione di Olivia e Lorenzo possa essere un catalizzatore efficace di empatia e di emozione. La regia compensa, attirando in un'osservazione che - però - non è mai partecipata. Un film che, curiosamente, somiglia molto a un'opera prima - e non è detto che sia un male.
REGIA - MONTAGGIO - SCENOGRAFIA
RITMO
SCENEGGIATURA
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Oro (376 Commenti, 59% gradimento) brata Medaglia d'Oro 30 Maggio 2016 ore 14:33
2 2
voto al film:   5

Una delusione. Anche Bertolucci ha toppato e con questo film ha raggiunto il punto più basso della sua (splendida) carriera. Cosa non va? Tutto. A partire dai due protagonisti, troppo "freddi" e "distanti" per attirare simpatia e la sceneggiatura che è imbarazzante. Occasione sprecata? Non lo so ma sicuramente il mio è stato un pomeriggio sprecato
Utente di Base (20 Commenti, 33% gradimento) smagliante 11 Febbraio 2015 ore 12:59
5
voto al film:   6

Sicuramente non un capolavoro, non paragonabile ai precedenti di Bertolucci ma comunque da vedere.
Medaglia di Bronzo (69 Commenti, 56% gradimento) magio1406 Medaglia di Bronzo 4 Gennaio 2014 ore 11:15
2 1
voto al film:   5

Assolutamente d'accordo con ANZIANANZI....film senza senso che non voglio perdere tempo a commentare. Ennesimo caso in cui il libro supera ampiamente la versione filmata. Meglio ricordarsi di Bertolucci per ciò che aveva fatto...
Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 30 Dicembre 2013 ore 14:07
4
voto al film:   7

Il frame stop finale non ricorda solo il Tenente Colombo ma anche un certo film d'esordio di Francois Truffaut chiamato i 400 colpi. Non e' facile giudicare questo film sapendo che dietro la macchina da presa, con tutte le giustificazioni del caso, c'e' Bernardo Bertolucci. Probabilmente la storia non e' qualcosa di piu' di una storia banale ma e' anche la cosa che meno importa. Cio' che importa e' lo sguardo e la poetica. A tratti sembra riuscire nell'impresa, il regista, di filmare non gia' i "giovani d'oggi" ma il passaggio dall'adolescenza all'eta' adulta che e' un tema universale e non generazionale. Cinema di sottrazione in un epoca in cui si pensa solo ad aggiungere
Utente di Base (9 Commenti, 44% gradimento) Nenne 7 Dicembre 2012 ore 21:44
1 3
voto al film:   7

Un film difficilissimo da giudicare poichè si alternano momenti meravigliosi a scene davvero scontate, che sembrano una qualsiasi fiction italiana! Nell'insieme però non penso si meriti le innumerevoli critiche ricevute.
Medaglia d'Oro (273 Commenti, 64% gradimento) anzianzi Medaglia d'Oro 2 Novembre 2012 ore 22:55
6 3
voto al film:   5

comincia con una serie di scene francamente imbarazzanti, che sembrano girate dal più incompetente dei nostri sedicenti registi e basate sui più triti stereotipi di cui la letteratura psico-adolescenziale disponga, ma poi l'arrivo di lei distrae la telecamera dai brufoli di lui e nella solita cantina sembra entrare un po' d'aria. pia illusione: lo "spazio" è e resta occupato per intero da storie e parole vecchie (quando non improbabili), che risultano persino un po' patetiche nella loro evidente pretesa di sembrare nuove, e che suonano anche piuttosto fasulle. alla fine qualche verità arriva (insieme a un certo coinvolgimento, estorto allo spettatore a suon di capelli biondi "dipinti" su divani rossi e di ragazzi soli/ragazze sole), ma ciò serve solo a far venire il sospetto che questo film, fatto in un altro modo, un senso avrebbe potuto averlo. fatto com'è fatto, è inutile e bruttino, e a confronto The Dreamers era un capolavoro assoluto.
Medaglia d'Argento (164 Commenti, 65% gradimento) Clavius Medaglia d'Argento 1 Novembre 2012 ore 10:51
4 3
voto al film:   5

Uno che ha diretto Brando, Trintignant, Lancaster, De Niro, Tognazzi, Depardieu, Alida Valli, la Sandrelli, la Sanda, la Betti, Maria Schneider e via dicendo è qui alle prese con due attori inesperti, acerbi, inadatti. La carrera di Bertolucci si chiude con un film inutile, notevolmente sbiadito rispetto ai capolavori del passato. E' il film di un vecchio che crede ancora di capire i giovani. Ne chiude due in una cantina, li fa recitare frasi del tipo "è la droga che mi rende cattiva", cerca di costuire una metafora tanto scontata quanto noiosa sul desiderio di isolamento e sui legami che salvano. Da cosa poi? Devo dire che non lo aiuta nemmeno il testo di partenza, il libro di Ammaniti (autore molto letto da coloro che non hanno mai letto niente di serio) è una fiaba inverosimile, tediosa ai limiti del fastidio fisico. Mai un colpo d'ala, imbarazzanti gli attori, scrittura banale che scivola indolore fino al frame stop finale che ricorda le vecchie puntate dell'ispettore Colombo....
Utente di Base (4 Commenti, 25% gradimento) nowave 28 Ottobre 2012 ore 23:23
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (682 Commenti, 68% gradimento) ale84 Medaglia d'Oro 26 Ottobre 2012 ore 10:19
2 5
voto al film:   7

Bertolucci riprende il discorso esattamente dove lo aveva interrotto nove anni fa con "The dreamers", ossia dagli adolescenti, e li racconta in modo credbile e a mio parere appassionato, riuscendo a fare un film coinvolgente soltanto con una cantina e due sconosciuti attori. Bentornato a un maestro che non ha perduto la voglia di mettersi in gioco.

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