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Bruno e Sonia sono molto giovani e hanno appena avuto un bambino, il piccolo Jimmy. La coppia sopravvive con il sussidio percepito da Sonia e i piccoli furti compiuti da Bruno con la sua banda. Bruno si troverà costretto ad affrontare il nuovo ruolo di padre nonostante il desiderio di libertà e il suo esclusivo interesse per il denaro... |
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Ancora una volta i fratelli Dardenne (già palma d’oro nel ’99 con Rosetta) guardano al sociale. A quelle persone “invisibili” che vivono numerose nelle nostre città indaffarate e spesso troppo veloci, senza occhi per chi vive ai margini della nostra amata società. Non c’è accusa o polemica nel film, solo un lucido ma commosso ritratto di due persone come tante altre costrette a vivere di espedienti e dormire in baracche arrugginite ai lati di un fiume. Bruno e Sonia sono solo poco più che adolescenti, stanno insieme e si amano. Il loro amore è sincero e semplice, fatto di giochi, di scherzi, di rincorse su un prato di una stazione di benzina… Lui è stato abbandonato dalla madre, il suo mondo è la strada, e altro non è che un innocente ventenne alla fine di una catena della criminalità di cui fa parte. Decide di vendere il suo bambino di pochi giorni, per ottenere quei soldi che pensa possano fare la loro felicità. Ma per Sonia, ormai madre, che sta vivendo la gioia più grande che la vita possa offrire a una donna, è imperdonabile. Quello che normalmente è l’evento più grandioso per due esseri umani, si rivela un dramma che sembra non aver fine. Sonia è sola e Bruno, dopo averle restituito il bambino, sembra imbattersi in un destino che solo gli riserva incidenti e disavventure. E’ impossibile odiarlo, anche nel momento in cui la sua bassezza morale tocca il fondo, perché nonostante tutto non è cinico o cattivo. Tutte queste esperienze però, lo porteranno ad una sorta di iniziazione verso una nuova Vita, quasi fosse lui il bambino appena nato…
Il tutto descritto in modo assolutamente appassionato e intimo, senza musiche o scene melodrammatiche, e con i protagonisti incredibilmente bravi.
Un film sulla disperazione e sul disagio, sì, ma che alla fine lascia un senso di umanità e d’amore profondi, senza facili lieto fine pronti a spazzar via tutti i pensieri e riflessioni, o morali a basso costo pronte a tranquillizzarci.
Palma d’oro al Festival di Cannes 2005. |
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Commenti del pubblico |
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crudo e secco ritratto di un "inconsapevole infantile", messo a segno con apparente (accentata) ingenuità dal bravissimo protagonista, troppo giovane per capire la gravità di un drammatico evento tendente ad un presunto miglioramento di una situazione troppo pesante per il momento di vita dei due poco più che ragazzini; le giocose rincorse sui prati , nel liscio passaggio al dramma, denuncia forse il voluto disinteresse verso le sorti di persone ancora non in grado di nuocere, lasciate di conseguenza a loro stessi, liberi di sublimarsi come di affondare nell'orrore; "Bruno" e "Sonia" stellari, scena finale emblematica; istruttivo, da vedere.
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L'innocenza di un 'mostro', ritratto splendidamente nel suo ardore d'inconsapevolezza: il padre mancato di una storia semplice, di una storia sbagliata...asciutto e anti-retorico come ogni film dei fratelli Dardenne, forte di due interpretazioni straordinarie, colpisce a fondo nella scena della vendita e nell'incontro finale in carcere, che chiude il film come meglio non si potrebbe.
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