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Il cinema di Pablo Larrain non fa nulla per compiacere il pubblico. Come in Tony Manero, squallore e meschinità regnano sovrani. IL carismatico Castro veste questa volta i panni di un funzionario piccolo piccolo, indifferente a tutto, che si lascia scivolare addosso tutto ciò che accade, dalle contestazioni all'uccisione di Allende, perduto nel suo sogno anzi nel suo delirio. Non più diventare Tony Manero, bensì sposare la vicina spogliarellista. Che dal canto suo non è migliore di lui. Se la storia non è accattivante, lo stile registico non lo è di più. Inquadrature fisse, lentezza esasperante, scene apparentemente inutili. Eppure, pur essendo così fastidioso, anche questo post mortem colpisce, soprattutto a distanza, ha un suo stile, una sua forza, un suo sguardo. Che meritano se non altro rispetto. E sorte diversa da quella riservata dalla distribuzione italiana. PS. Splendida la scena dell'amplesso con l'inquadratura della gola di lei.
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