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Sarebbe meglio la vita senza legami? Chi non ha mai pensato a fuggire o semplicemente di abbandonare tutto e tutti per vivere in libertà? Ryan Bingham, un esperto tagliatore di teste, in superlavoro e superstress per via della crisi, è riuscito a prendere questa decisione vitale. Si è staccato da tutti e da tutto. La sua agognata vita on the road, aeroporto dopo aeroporto, mille miglia dopo mille miglia, è però minacciata proprio quando sta per ottenere da una compagnia aerea il premio fedeltà, un superbingo da un milione di miglia e subito dopo aver incontrato la donna dei suoi sogni, appassionata di viaggi e alberghi. |
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Tra le nuvole si finisce per avere una visione nitida del momento di crisi che sta attraversando la maggior potenza mondiale: di città in città il ritornello è lo stesso, e il rumore dei licenziamenti cresce fino a coprire quello dei motori dell’aereo. Zero decibel fa registrare invece la solitudine di George Clooney, senza parole quando, dopo una vita cinica e pienamente soddisfacente, si lascia andare per la prima volta all’illusione, ripagato con una muta delusione, capace di tornare tra le nuvole ma incapace di tornare indietro, alla sua illusoria felicità.
Jason Reitman ripete lo schema vincente dei suoi film di successo, una prima parte in cui la comicità dei personaggi e delle situazioni non lascia spazio ad altro, trascinando nel suo ritmo incalzante lo spettatore che si ritrova al centro della tragedia collettiva e di quella individuale di Ryan senza rendersene conto, tra una risata ed un’altra ancora più forte. La prima ora si avvicina alla perfezione del genere commedia scanzonata, peccato che nel tempo rimanente Reitman dimostri come di genere diverso si tratti, di film a tesi, forzando la sceneggiatura in una direzione fin troppo chiara, e rinunciando al contempo ad insistere con uno stile di regia ed un montaggio che erano il vero valore aggiunto. La tesi è qualcosa riguardo la famiglia, o la compagnia, comunque contro la solitudine di un uomo come tanti, e questo tema chiamato in campo a gran voce finisce per far dimenticare, con le risate iniziali, anche l’agghiacciante situazione di un Paese in cui i disoccupati non hanno un volto, ma aumentano ogni ora. |
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