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Recensione: Il grande cocomero

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Il grande cocomero
titolo originale Il grande cocomero
nazione Italia
anno 1993
regia Francesca Archibugi
genere Drammatico
durata 101 min.
distribuzione Italian International Film
cast S. Castellitto (Arturo) • A. Fugardi (Pippi) • A. Galiena (Cinthya)
sceneggiatura F. Archibugi
musiche B. LenaR. Gatto
fotografia P. Carnera
montaggio R. Missiroli
media voti redazione
Il grande cocomero Trama del film
A Roma Valentina, una dodicenne soprannominata Pippi, figlia di Cinthya e Marcello arricchiti ma senza ideali, in seguito ad un attacco di epilessia viene ricoverata nel reparto di neuropsichiatria infantile. Pippi rivela subito un carattere scontroso e provocatorio, e risulta in difficile rapporto con i genitori, per cui Arturo, un giovane psichiatra appena uscito da una crisi coniugale, si propone di tentare con lei una terapia analitica. Nota così che nell'ambiente familiare, superficiale e contraddittorio, perché contemporaneamente protettivo ma di reciproca indifferenza, Pippi non trova né sicurezza né affetto, e viene praticamente lasciata sola a se stessa, mentre nel reparto da lui diretto la ragazzina trova interessi e affetto...
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) Marcolino93 19 Aprile 2016 ore 17:33
voto al film:   6,5

Medaglia d'Oro (273 Commenti, 64% gradimento) anzianzi Medaglia d'Oro 14 Febbraio 2015 ore 19:19
voto al film:   6,5

Medaglia d'Oro (264 Commenti, 70% gradimento) mimma Medaglia d'Oro 17 Giugno 2013 ore 10:32
voto al film:   6

Utente di Base (14 Commenti, 71% gradimento) Fortran77 31 Marzo 2013 ore 13:16
1
voto al film:   10

Un film davvero unico, come solo Francesca Archibugi potrebbe concepire. Ciò che mi ha particolarmente colpito dei suoi personaggi è l'intangibilità, resa attraverso l'incessante mutare – scena dopo scena – della portata simbolica del loro agire; intangibilità che disorienta, perché collocata in un contesto dove stasi e coercizione sono la regola. Ed è quella del disorientamento la categoria estetica attraverso cui la Regista conferisce un senso etico alla misteriosa, caleidoscopica diversità dei malati psichici. Disorientamento e intangibilità diventano, in tal modo, epifanie della dignità umana di chi, come Pippi e gli altri pazienti, sarebbe condannato sine die
all'emarginazione. Ma l'umile, tenace lotta del Dottor Arturo per quei ragazzi non scivola mai nella retorica; al contrario, l'Archibugi si serve della finzione scenica del suo operato per svelarci la vera realtà dell'Amore.
Utente di Base (7 Commenti, 85% gradimento) angelonero 27 Dicembre 2011 ore 15:50
voto al film:   7

Medaglia d'Oro (313 Commenti, 59% gradimento) Pangur Medaglia d'Oro 20 Dicembre 2011 ore 14:09
voto al film:   7

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