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Matteo, 30 anni, brillante laureato con la passione per la matematica, lavora nel marketing di un’azienda in fase di “riorganizzazione”. Divide la vita e la casa con Francesco il suo migliore amico un genio della playstation con la passione per il cinema.
L’arrivo in ufficio di un nuovo vice direttore marketing, Angelica, e quello, in casa, di una nuova coinquilina, Beatrice, daranno vita ad una serie infinita di peripezie.
Con tante novità e grandi scelte da compiere, Matteo riuscirà in poco tempo a cambiare completamente la sua vita. |
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“Generazione Mille Euro” si può considerare una sorta di esordio per Massimo Venier: dopo i film con Aldo, Giovanni e Giacomo e quello con il duo Ale e Franz, Venier si mette alla prova con una sceneggiatura in cui gli attori non sono già personaggi. Scritto insieme a Federica Pontremoli, “Generazione Mille Euro” è uno sguardo sui problemi di chi, nato a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80, si ritrova a trent’anni senza alcuna sicurezza economica, di solito alle prese con un lavoro che non gli piace e intento a rimandare i problemi ad un futuro che rimane remoto nonostante gli anni passino. Per quel che riguarda la personalità dei ragazzi il modello è quello classico della presa di coscienza, sempre controvoglia, del passaggio da un’età irresponsabile ad una più matura; il cinema degli ultimi anni, come ad esempio l’ultimo film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”, non può più ignorare la nuova realtà che si è venuta a formare, nella quale il problema più grande non è il rapporto tra le persone ma quello tra i singoli individui ed il mondo del lavoro, un mondo che sembra far di tutto per respingerli ma che ha inevitabilmente bisogno di loro.
Con meno ironia del film di Virzì, e forse anche meno ottimismo, Venier segue pedissequamente il proprio protagonista (Alessandro Tiberi) e si limita ad accennare, per gli altri, i pochi tratti necessari all’interazione con Matteo. Paradossalmente un minor approfondimento della situazione lavorativa consente a “Generazione Mille Euro” una maggior aderenza con la realtà, anche se i personaggi “cattivi” ne escono bene (chissà che non sia una forma di riguardo nei confronti di Carolina Crescentini, sarebbe stato un peccato toglierla di scena in malo modo).
Il puzzle completo rende un’immagine affatto nuova, che mantiene fede alla “mission” del titolo soltanto quanto alle difficoltà nel pagare l’affitto, senza riflettere una generazione; si può comunque partire da un singolo problema per iniziare una discussione, senza pretendere di affrontare ogni aspetto di questa difficile realtà. |
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News sul film “Generazione Mille Euro” |
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Massimo Venier, "Generazione mille euro" ( 9 Luglio 2008)
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