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"Diverso da chi?" ci racconta la storia di Piero, un giovane politico dichiaratamente gay. Fidanzato da anni con Remo, nella corsa all'elezione di sindaco di una città del nordest italiano viene affiancato da Adele, una collega moderata e dalle idee tradizionaliste. L'incontro tra Piero e Adele, inizialmente teso e aggressivo, si trasformerà ben presto in un'attrazione sessuale reciproca che li travolgerà in tutti i sensi. |
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“Diverso da chi?” arriva nelle sale italiane ad inaugurare il sodalizio Cattleya-Universal Picture, sebbene il progetto fosse già avviato prima dei recenti accordi fra le due società, e sicuramente a far parlare di se. Si, perché, in un italietta di poltroncine in pelle e riflettori alla moda, le tematiche importanti vengono discusse solo da comici e commedie. Il che è doppiamente un rischio vista la possibilità di liquidare il tutto con una risata.
Piero è un attivista gay schierato in politica con l'opposizione di centro(sinistra) in una città del nord-est governata da un fanfarone sindaco di centro(destra) capace di rispondere ai reali problemi della società solo con del cemento. Per una serie di coincidenze, sfortunate per la dirigenza del "Partito", Piero si ritrova ad esser anche nuovo candidato alla carica di primo cittadino. Ecco allora che, con una tristissima operazione di marketing, all'uomo nuovo viene affiancata Adele, la furia centrista, paladino progressista dei valori tradizionali.
Dopo un difficile rodaggio i due, da opposti, si attraggono, stravolgendo gli equilibri raggiunti. Piero è infatti anche da 14 anni felicemente innamorato di Remo, diventato fra l'altro amico e confidente di Adele, e con lui ha costruito una solida relazione, mentre Adele, che non fa che ripeter la parola famiglia, ha alle spalle un difficile divorzio ed è rinchiusa tra doveri e solitudine. Piero allora dovrà, da una diversa prospettiva ma allineato con gli usi dei politicanti, nascondere la relazione con una donna per necessità di campagna elettorale e per rispetto verso i suoi sostenitori.
La vita pubblica, fulcro della prima parte della narrazione, cede il passo alla vita privata dei personaggi principali che viene dilatata fino a saturare lo schermo. La campagna elettorale è messa da parte e, mentre si sviluppa il triangolo amoroso imperniato sul bel fisico di Piero, calano i punti nei sondaggi. Ma giusto così, è sulla vita che ci si deve concentrare, più veloce e dinamica dell'impolverata politica dello stivale che non riesce a stargli dietro. Ed è proprio una vita, una nuova vita, che rappresenta tangibile il nuovo dove le istituzioni non esistono.
Bravi gli attori. Bravo Argentero, brava la Gerini e bravo Filippo Nigro. Così come i divertenti ed indispensabili politicanti di contorno. Una buona prima prova per Umberto Carteni che, grazie alla scrittura di Fabio Bonifacci che regala battute preziose come quella su Obama o le metaforiche sequenze del canottaggio, in “Diverso da chi?” realizza un'opera ben calibrata e contestualizzata, solo forse un po' facile nel risolvere la situazione, ma in generale divertente e piacevole come la commedia che vuole essere. |