L'idea de “La matassa” nasce dalla voglia di Ficarra & Picone di raccontare la loro Sicilia e di rappresentare con leggerezza le più classiche delle liti famigliari che si registrano nel nostro paese. La vicenda è infatti incentrata su due cugini, Gaetano e Paolo, che subiscono passivamente una lite cominciata, per soldi, dai loro padri 20 anni prima. Il caso li porta a rincontrarsi e a stringersi attorno ad alcune disavventure che vedono come centro di tutto l'albergo gestito da Paolo, il più remissivo dei due. I cugini riescono infatti a far luce sui reali motivi della storica lite che ha diviso le loro famiglie, portandoli a riscoprire quei valori e quelle esperienze che, da bambini, li avevano uniti.
“La matassa” è il terzo film della coppia comica Ficarra & Picone, nota per i successi registrati a Zelig e alla conduzione di Striscia la notizia. A differenza di altri prodotti simili, però, l'impronta televisiva lascia spazio a un intrattenimento strettamente cinematografico. Il duo palermitano, aiutato da Giambattista Avellino, riesce a dosare con intelligenza gag e intrecci narrativi, raccontando una storia senza rubare la scena ai personaggi secondari (su tutti Pino Caruso e il divertentissimo Domenico Centamore), senza cedere alle più facili scorciatoie e soprattutto senza snaturare l'essenza comica che l'ha portati al successo.La cifra surreale mista ai buoni sentimenti dà vita a un prodotto medio sostanzialmente rispettabile, misurato ma piacevole, senza idee nuove ma pieno di onesta tenerezza.
Mancano tuttavia gli affondi e la perfidia che, soprattutto nel passato cinematografico nostrano, hanno elevato semplici commedie degli equivoci a ritratti adulti e rilevanti dell'Italia e degli italiani. I piccoli tormentoni, l'umorismo d'altri tempi e la mimica facciale di Ficarra & Picone hanno comunque la meglio sulle piccole fragilità di sceneggiatura e sulla prevedibilità degli eventi. La natura sostanzialmente senza troppe pretese de “La matassa” regala allo spettatore un film a tutti gli effetti, un'ora e mezza di svago priva di eccessi ma, per fortuna, anche di volgarità. |