Tratto da una storia vera e da tante false: “The Strangers” è un thriller/horror che mette in scena l'uomo comune alla mercé del caso, isolato ed indifeso di fronte ad un'inaspettata aggressione.
Lo spunto è cronaca, la trama è inventata: come se non si volesse raccontare il falso, tutto il film è incentrato sulla coppia vittima dei tre aggressori mascherati, lasciando questi ai margini del racconto nonostante siano loro a muovere i fili per tutto il tempo; è una scelta quantomeno discutibile quella di rappresentare tanta violenza senza preoccuparsi di mostrare i “cattivi” e ciò che li spinge, una scelta che permetterebbe l'identificazione con i due protagonisti, vittime incapaci di darsi una spiegazione, se non fosse per le scelte di regia. Tale identificazione non può avvenire perché, per quasi tutto il film, personaggio e spettatore ricevono un trattamento opposto, l'uno continuamente sorpreso dalle mosse degli intrusi, l'altro spesso al corrente grazie a provvidenziali campi larghi; il tutto senza però rinunciare a qualche apparizione improvvisa per far saltare sulla sedia lo spettatore, accompagnato dalle urla di Liv Tyler.
Le scelte sono poche e semplici: finte soggettive per tenere costantemente sul chi vive lo spettatore, musica spiazzante e tanti rumori, che più che spaventare disturbano, producendo un effetto sostanzialmente simile. Sul piano della trama si lambisce il soprannaturale, con movimenti silenziosi e sparizioni fulminee, ma è il comportamento della giovane coppia che non riesce a discostarsi da tutti i topoi del genere, dal continuo separarsi al fare sempre la scelta che ha maggiori probabilità di peggiorare la loro situazione, fino ai momenti più bassi del film quali l'intervento dell'amico o il finale.
Una storia simile all'accattivante “Funny Games” con l'aggiunta degli elementi horror del “non vedere” e “non capire” il pericolo: peccato che questa scelta comporti l'azzeramento dei “cattivi”, rendendo il tutto una specie di videogame in cui i due giocatori devono fronteggiare qualcosa; cosa sia, non importa. |