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Rino e Cristiano Zena, padre e figlio, vivono in una desolata provincia del nord Italia. Rino è disoccupato e mantiene sé stesso e suo figlio come può. Il ragazzo frequenta le scuole medie ed è molto legato al padre che lo sta educando secondo violenti principi razzisti, maschilisti e nazionalsocialisti, ma che lo ama più della sua stessa vita.
Tratto dal bestseller di Niccolò Ammaniti. |
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“C’è un amore un po’ per tutti, e tutti quanti hanno un amore sulla cattiva strada”
Si sa, per portare un libro sul grande schermo ci vuole coraggio: è sempre un’operazione molto difficile, quasi sempre delude le aspettative dei lettori fondamentalisti, e praticamente mai riesce ad evocare quel pathos e quel respiro che solo il profumo della carta riesce a dare. Eppure ci sono libri che sembrano fatti apposta per diventare sceneggiature, e quelli del romano Niccolò Ammaniti rientrano in questa categoria: lasciando da parte ogni qualsivoglia interpretazione soggettiva di giudizio e/o analisi delle sue opere, resta il dato - oggettivo - che molte di esse siano state successivamente rielaborate cinematograficamente. Senza dubbio la più fortunata è stata ‘Io non ho paura’, romanzo pubblicato nel 2001 e portato su pellicola nel 2003 da Gabriele Salvatores, con il quale Ammaniti torna a lavorare dopo cinque anni. Ancora una volta al centro della narrazione c’è un rapporto malato padre-figlio, due figure unite da un legame feroce e passionale, quasi ancestrale: un amore sbagliato, incondizionato e imperfetto, eppure tenero nel suo bruciare odio e consumare rabbia. Sono soli, Rino e Cristiano, soli contro un mondo dal quale sentono di doversi proteggere con tutte le proprie forze, cercando di difendere la loro libertà con la violenza di cani rabbiosi: impauriti e spietati. Accanto a loro c’è Quattro formaggi (un bravissimo Elio Germano), altro personaggio ambiguo e disgraziato, dolce come un bambino ma anche improvvisamente violento, in una notte fatale che segnerà l’inizio della tragedia. Come in Shakespeare, “c’è un prima, una notte tempestosa, e un dopo” e i tre personaggi - un re padre-padrone, un figlio-principe adolescente e un fool, un matto - come in Shakespeare nella prima parte si raccontano, per poi perdersi di notte in boschi intricati, e alla fine escono trasformati da quella esperienza. E’ lo stesso Salvatores a proporre il parallelismo, audace e impertinente, forse, ma coerente e affascinante. Eppure il film, girato come sempre magistralmente dal regista napoletano, impreziosito dalle bellissime musiche ipnotiche del gruppo romano Mokadelic, non convince: l’impressione è che ci sia sempre qualcosa di irrisolto, come il tema del razzismo, della religiosità, o della aridità umana fatta di centri commerciali e case tutte uguali che si stagliano di fronte a una natura selvaggia e inquietante che sembra inghiottire tutto…
Si sa, per portare un libro sul grande schermo ci vuole coraggio…e questa volta il risultato non è entusiasmante, ma la scelta coraggiosa di fare uscire il film sotto natale meriterebbe una ricompensa. |
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Commenti del pubblico |
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News sul film “Come Dio comanda” |
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I Mokadelic firmano la colonna sonora di "Gomorra - La serie" (14 Maggio 2014)
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Annunciato il programma del Trieste Science+Fiction (29 Ottobre 2013)
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Riapre il Cinema Gnomo di Milano ( 5 Febbraio 2009)
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Salvatores ospite a Udine e Pordenone (11 Dicembre 2008)
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Salvatores, a ottobre "Come Dio Comanda" (12 Maggio 2008)
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L'11 il primo ciak di "Come Dio comanda" ( 5 Febbraio 2008)
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Salvatores, ciak a febbraio (25 Gennaio 2008)
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Elio Germano per "Come Dio comanda" ( 8 Dicembre 2007)
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'Noirfest', sei giorni di mistero a Courmayeur (30 Novembre 2007)
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Salvatores dirige "Come Dio comanda" (28 Novembre 2007)
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Nuovo film targato Salvatores-Ammaniti ( 9 Luglio 2007)
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Salvatores: ciak entro il 2007 (18 Maggio 2007)
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Salvatores, un film dal nuovo romanzo di Ammaniti ( 4 Aprile 2007)
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